Cese – “La pizza roscia e la pizza summa che si facevano alla vigilia di San Martino avevano un senso diverso, perché chi aveva la fortuna di trovare la moneta nella propria fetta poteva decidere il pranzo della domenica”. Gli anziani di Cese raccontano ancora questa circostanza ben sapendo che erano le amorevoli mani delle mamme a destinare la fetta fortunata al più piccolo di casa, e sapendo ancora meglio che c’era poco da decidere sui quei pranzi: “gnocchi o fettuccine, ché di carne se ne vedeva poca allora”.
Le botti ancora bollivano, la sera di San Martino, ma la sete era tanta e allora si spillava lo stesso, si giravano le cantine in cerca del vino più “fermo” e si faceva festa.
Da quella stessa voglia di spensieratezza è nato dodici anni fa “Fornacelle e cantinelle acCese”, un percorso gastronomico voluto dalla Pro Loco per creare un’occasione di ritorno in paese, mantenere vive le tradizioni legate alla ricorrenza di San Martino e promuovere la conoscenza e la valorizzazione di Cese attraverso alcuni aspetti di cultura popolare.
Un evento semplice, fondato sulla genuinità e sul senso di accoglienza che questo paese conserva ancora, al di là dei dettami commerciali che consiglierebbero mesi più caldi e menu turistici. Ma queste “cantinelle” sono fatte per riaccendere il borgo, e renderlo un po’ magico, almeno per una sera, ricreando quel senso di comunità e quella voglia di condivisione che sono l’anima di un paese.
Tra le specialità del percorso del prossimo sabato 10 novembre, con apertura alle ore 18, trovano posto anche la cantina “gluten free” e lo spazio “dejji quatranejji”. A far da cornice, come da tradizione, gli antichi mestieri, le lavorazioni artigiane, le marching band e gli spazi d’intrattenimento. Un modo vecchio e nuovo di sorprendersi, quasi come quei bambini fortunati davanti alla loro piccola moneta.