Abruzzo – “Con grande enfasi la Giunta regionale ha annunciato la nuova “Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale 2022-2027” che individua le aree territoriali contigue, che riceveranno benefici mirati per lo sviluppo economico.
La Commissione europea, infatti, con l’art. 107, paragrafo 3, lettera c) del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea) in deroga alle norme sugli Aiuti di Stato, definisce le zone che possono ottenere sotto forma di Credito d’Imposta, contributi superiori alla norma, con una intensità variabile che è del 10% per le grandi imprese, del 20% per le medie e del 30% per le piccole imprese.
Nella programmazione 2014-2021 furono individuate aree per un plafond di 252.500 residenti. Nel settennato 2022-2027 a seguito della pandemia – e per accrescere le opportunità di sostegno economico – l’Europa ha concesso un cospicuo aumento territoriale e così il tasso di copertura della popolazione abruzzese è quasi triplicato, passando a oltre 720mila abitanti.
Bene, si direbbe. E invece no. Perché la cosa grave è che dal nuovo elenco sono esclusi quasi tutti i Comuni dei crateri sismici – con eccezione di L’Aquila, Teramo, Scoppito, Bussi, Popoli, Rocca di Mezzo – e vengono penalizzate realtà di grande valore produttivo, industriale e aziendale peraltro già colpite dal terremoto.
Ancora più assurda è la giustificazione che di tale scelta viene data. Si dice: poiché i territori dei crateri 2009 e 2016 beneficiano di un miliardo e 780 milioni (fondi per il rilancio economico e sociale stanziati dal Governo e gestiti dalla cabina di regia coordinata dal Commissario Legnini) individuiamo altri Comuni a cui concedere i “vantaggi” del 107.3.c.
Senza capire che le aree “agevolate” devono poter avere anche la disponibilità di risorse! Altrimenti il paradosso – come dice un proverbio abruzzese – sarà che “chi tè ji denti non tè lo pa’ e chi tè lo pa’ non tè ji denti!” (chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti). Cioè: le aziende dei crateri sismici non potranno beneficiare di maggiore intensità di finanziamento, mentre quelle che operano nelle aree del 107.3.c avranno una teorica agevolazione, ma non le risorse disponibili! Un capolavoro di reciproco danno.
Non a caso nella loro programmazione, Umbria e Marche hanno inserito per intero le aree del loro cratere nella Carta regionale degli aiuti. Poiché per l’insieme dei Comuni abruzzesi esclusi parliamo di circa 50.000 abitanti (su un plafond di 720.000) è evidente la possibilità di correggere questo errore individuando una ragionevole mediazione che eviti assurde penalizzazioni.
Facciamolo prima che la Presidenza del Consiglio dei Ministri notifichi la Carta degli Aiuti abruzzese alla Commissione europea. Lo chiediamo nell’interesse delle aziende, dei lavoratori, delle categorie produttive e dei Comuni, con l’obiettivo di spendere bene, rapidamente e utilmente le risorse disponibili”. Così in una nota i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci (Pd), Dino Pepe (Pd) e Sandro Mariani (Abruzzo in Comune).
Comunicato stampa Consiglio regionale dell'Abruzzo