Ho sentito il lungo rumore ondulatorio delle 3,36 dell’altra notte: gelido, impietoso e sadico nella sua interminabile durata. Identico a quello di sette anni fa dell’Aquila.
Non voglio entrare in polemica con nessuno: non è ora il momento.
Non voglio lamentare irresponsabilità passate.
Né ho voglia di evidenziare, ora, necessità programmatiche, sempre di rito in queste occasioni e sempre dimenticate nella “feriale” quotidianità.
Voglio solo condividere e proporre a quanti di dovere, il seguente “Il Decalogo del terremotato consapevole”diffuso dall’Associazione Treetrentadue” dell’Aquila che si presenta con queste semplici parole: «Molti non capiranno, ma noi sappiamo cosa vogliono dire quei tre numeri: è l’azzeramento di tante speranze, sogni, illusioni; è la cancellazione di tante vite e il reset di tante altre».
Insomma, nonostante tutto quello che vi diranno sulla solidarietà, ricordatevi che per qualcuno il terremotato è da spolpare: occhio a sciacalli e avvoltoi!
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