Strada dei Parchi, nell’apprendere che il Consiglio di Stato – in una giornata festiva senza dibattimento e con un provvedimento che, così come riportato nel testo, non tiene minimamente conto delle ragioni oppositive presentate – ha deciso di annullare la sospensiva, deliberata per ben due volte dal Tar, degli effetti del decreto MIMS recepito dal Governo con cui gli era stata unilateralmente e senza giusta causa revocata la concessione delle autostrade A24/A25, esprime stupore e disappunto per una scelta che non può che discendere da una precisa quanto incomprensibile volontà. Volontà mai esercitata in passato, nemmeno dopo i tragici eventi consumatisi su altre autostrade. Infatti, ciò che appare quantomeno anomalo è la pervicace insistenza dimostrata dal MIMS e dalla Presidenza del Consiglio nel perseguire un’azione che, al momento, sta solo comportando un ingente e costoso sforzo burocratico e che porterà a ingenti danni alle casse dello Stato. Oltre che generare preoccupazioni in chi quotidianamente gestisce e vive l’infrastruttura autostradale, esponendola, a causa dell’ennesimo immotivato cambio del gestore, a pericoli tanto inutili quanto allarmanti per l’utenza.
Nell’attesa del decisivo giudizio di merito, che il Tar del Lazio esprimerà il prossimo 20 settembre, ed essendo in gioco la continuità e la sicurezza di un servizio pubblico cruciale, specie nelle settimane più calde degli esodi turistici, la vicenda poteva e doveva essere gestita diversamente, rispettando lo stato di diritto e il contratto in essere, oltre che facendo ricorso al semplice buon senso. Cioè gli stessi principi a cui si è ispirato il Tar del Lazio nel suo doppio pronunciamento.
Strada dei Parchi ricorda di aver già comunicato ufficialmente, in data 12 maggio 2022, l’intenzione di rinunciare alla concessione perché, nonostante la stessa fosse stata ottenuta con una delle pochissime gare secondo la normativa europea tenutesi in Italia, sono state create e pervicacemente perpetuate da parte del Concedente condizioni di insostenibilità della gestione dell’infrastruttura. Soprattutto per la mancata definizione da parte del Concedente del nuovo Piano Economico Finanziario (PEF), strumento fondamentale per rendere efficiente la gestione delle autostrade e garantirne la sicurezza antisismica come prevede la specifica normativa.
Uno stallo che si trascina da anni minando la stabilità economica della Società, da tempo impegnata a garantire comunque la sicurezza di A24 e A25, anche con investimenti superiori a quanto previsto dal contratto di concessione.
L’attenzione all’utenza è infatti un valore primario per SdP, come dimostrato anche nel corso degli ultimi anni in cui sono stati sterilizzati, a carico della concessionaria, gli aumenti tariffari previsti.
Proprio alla luce di tale volontà, la Società intende uscire da questo contenzioso dimostrando l’insussistenza delle accuse di “grave inadempimento” nella manutenzione delle autostrade, mosse dal Mims ma mai dimostrate in alcuna sede. Il Gruppo Toto continuerà per questo a difendere il proprio buon nome e gli interessi legittimi che rappresenta in tutte le sedi competenti, anche comunitarie, chiamandone a rispondere gli autori delle accuse infondate.
Nel doveroso rispetto del decreto del giudice monocratico del Consiglio di Stato, Diego Sabatino – che dovrà essere confermato dal collegio giudicante dello stesso Consiglio il 25 agosto – e in attesa del giudizio di merito su cui si pronuncerà il Tar del Lazio, SdP garantirà la piena e leale collaborazione ad Anas per il subentro nella gestione di A24 e A25, tenendo in considerazione gli ulteriori sviluppi legislativi del decreto in via di approvazione alla Camera dove è previsto il preventivo parere della Corte dei Conti.