Stagione di nascite di piccoli caprioli, cervi e daini: “Non vanno toccati, né disturbati, né raccolti”

Stagione di nascite di piccoli caprioli, cervi e daini: "Non vanno toccati, né disturbati, né raccolti"

Abruzzo – Con la stagione primaverile giunge un periodo magico: quello delle nuove nascite. In questi giorni, i nostri boschi e prati si popolano di cuccioli di caprioli, cervi e daini, creature fragili e affascinanti che iniziano il loro percorso nel mondo selvatico.

È proprio in questo momento delicato, così pieno di promesse di vita, che possiamo imbatterci in questi piccoli.

Un incontro che può suscitare tenerezza e un istintivo desiderio di aiutare. Tuttavia, è fondamentale comprendere che il nostro intervento, spesso dettato dalle migliori intenzioni, può rivelarsi dannoso, se non addirittura fatale, per questi cuccioli.

La scena di un cerbiatto immobile nell’erba alta o di un piccolo capriolo rannicchiato ai margini del bosco può facilmente farci pensare che sia solo, ferito o abbandonato dalla madre. Niente di più sbagliato!

La natura, con la sua saggezza millenaria, ha dotato questi piccoli di strategie di sopravvivenza sorprendenti. I cuccioli di cervidi, infatti, non seguono immediatamente la madre dopo la nascita.

Trascorrono le prime settimane di vita nascosti in luoghi sicuri, in attesa che la madre ritorni per allattarli. Per i caprioli, questo periodo di “isolamento protettivo” può durare anche tre settimane.

Per proteggere i suoi piccoli dai predatori, la natura ha fornito loro un manto mimetico che li rende quasi invisibili tra la vegetazione.

Ma non solo: i cuccioli sono anche inodori, un’ulteriore difesa che impedisce ai predatori di individuarli con l’olfatto. La loro capacità di rimanere immobili per lunghi periodi completa questo straordinario sistema di protezione.

Quello che ai nostri occhi inesperti può apparire come un “cucciolo indifeso” è in realtà un piccolo essere vivente perfettamente equipaggiato per sopravvivere in questa fase iniziale della sua vita.

La madre, pur rimanendo nelle vicinanze, si allontana per nutrirsi e per evitare di attirare predatori sul piccolo. La sua presenza verrebbe percepita come un pericolo, e finché sente l’odore dell’uomo, non si avvicinerà al suo cucciolo.

Di fronte a un cucciolo di cervide apparentemente solo, la regola d’oro è una sola: NON TOCCARLO, NON DISTURBARLO E NON RACCOGLIERLO PER NESSUN MOTIVO!

Il nostro contatto lascerebbe sul piccolo il nostro odore, rendendolo facilmente individuabile dai predatori e rischiando il rifiuto da parte della madre. Un intervento maldestro, come la somministrazione di latte non adatto, potrebbe addirittura rivelarsi letale.

Se avete dubbi o ritenete che la situazione possa effettivamente richiedere un intervento (ad esempio, se il cucciolo è visibilmente ferito o in un luogo palesemente pericoloso), NON IMPROVVISATEVI SOCCORRITORI!

È fondamentale contattare immediatamente personale esperto in grado di valutare la situazione e intervenire nel modo più appropriato.

Non dimenticate, quindi, di passare parola e sensibilizzare chiunque incontri questi cuccioli solitari: non toccateli e non raccoglieteli.

La madre tornerà presto, e i piccoli hanno bisogno di poter vivere questa fase in totale tranquillità, senza l’interferenza dell’uomo.

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