Sorgente Fiuggino, Di Paolo e Buffone: “Colella ancora una volta ha pretese illegittime”

Canistro. Con riferimento alle richieste e diffide dell’imprenditore Colella indirizzate, tra gli altri, alla Regione e al Comune di Canistro affinché si astengano da qualunque attività intesa ad impedire lo sfruttamento dell’acqua della fonte Fiuggino (località Coardo), il Sindaco Angelo Di Paolo e l’assessore alle attività produttive Ugo Buffone, chiariscono che si tratta ancora una volta di inaccettabili pretese, per di più propinate con i soliti toni minacciosi e intimidatori.

Lo scritto è contenuto in una nota che continua così:

A tal proposito, unitamente agli avvocati del Comune di Canistro Renzo Lancia e Salvatore Braghini, Di Paolo e Buffone precisano che la Regione ha non solo interdetto l’utilizzo dell’acqua minerale oggetto della concessione della fonte Fiuggino (con le note dirigenziali del 25.11.2016 e del 8.5.2017) ma anche dato avvio alla procedura di decadenza, poiché, oltre all’entità modesta della portata (così come riscontrato dai tecnici della Regione, della ASL e del Comune di Canistro, alla presenza dei delegati  della stessa società Santa Croce, in occasione del sopralluogo del 28 febbraio 2017) non esiste una rete di adduzione autonoma che consenta tale sfruttamento senza l’apporto dell’acqua proveniente dalla Fonte Sant’Antonio Sponga.

In mancanza di una conduttura diretta che collega la fonte Fiuggino allo stabilimento, l’unica soluzione sarebbe, infatti, quella di riallacciarsi alla tubazione che alimenta, con acqua proveniente dalla Sorgente Sponga S. Antonio, la Clinica INI di Canistro e le case sparse della zona. E’ di tutta evidenza, però, che ciò costituirebbe un palese conflitto di interessi con l’attuale aggiudicatario della concessione della predetta Sorgente, ossia la società Norda spa. Il Comune, quale ente territoriale che custodisce dietro mandato della Regione lo stato dei luoghi della concessione,  ha il compito di vigilare affinché non siano perpetrate azioni lesive dello status quo, tanto più che la procedura amministrativa della Regione ha già decretato l’aggiudicazione provvisoria non alla Santa Croce, precedente concessionario, bensì ad altra Società, di provata esperienza nel settore dell’acqua minerale, che, peraltro, proprio in questi giorni, ha presentato, come richiesto dal bando, il VA-VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) in vista dell’aggiudicazione definitiva per lo sfruttamento della sorgente nei prossimi trent’anni. Il Comune di Canistro, pertanto, nei prossimi giorni sarà impegnato a monitorare la situazione in modo accurato e scrupoloso onde scongiurare abusi, forzature e violazioni di legge.

Se da una parte si vuole comprendere l’affanno dell’imprenditore per le numerose sconfitte giudiziarie, che di fatto lo estromettono dalle attività di coltivazione e sfruttamento del Comune di Canistro, dall’altra l’amministrazione comunale e i lavoratori licenziati della ex Sorgente Santa Croce si domandano se non sia più saggio accettare la situazione determinatasi con l’aggiudicazione della concessione alla Norda e utilizzare il denaro inutilmente destinato alle ingenti spese legali, per pagare quanto dovuto sia agli operai, costretti a ricorrere al Tribunale per ottenere la giusta remunerazione del proprio lavoro, sia al Comune di Canistro, che vanta un credito di oltre un milione e 300mila euro per tributi e canoni non corrisposti.

 

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