Solo posti in piedi nella sede Avis di Pescocanale. Evento culturale nel giorno di Santa Barbara per celebrare i Minatori di ogni epoca

L’Avis di base di Pescocanale “Baldovino De Vecchis” e l’associazione Amici dell’Emissario, hanno organizzato un incontro dibattito sulla figura del Minatore.

Capistrello – Sala gremita nel pomeriggio di ieri presso la sede dell’Avis di base di Pescocanale, “Baldovino De Vecchis” che, in collaborazione con l’associazione Amici dell’Emissario, ha organizzato una tavola rotonda dedicata ai minatori nel giorno di Santa Barbara, loro protettrice.

Relatori d’eccezione, Angelo Fracassi, socio fondatore degli Amici dell’Emissario, che ha rievocato le tecniche di scavo impiegate dagli antichi romani per la costruzione dell’Emissario Claudio, opera resa funzionante, secoli dopo, dal principe Torlonia.

Fracassi ha illustrato la pianta dello spurgo dell’Emissario attraverso una rappresentazione grafica del 1830, di Panfilo Petrucci, che la Biblioteca Casanatense ha consentito all’associazione di duplicare per favorirne la divulgazione.

Sembrerebbe che duemila anni fa, con la grandiosa opera romana di bonifica del Fucino, cominci a delinearsi quella che potremmo definire la figura del minatore, inteso come persona impiegata in lavori di scavo nell’ambito di maestranze che rispondono a una direzione dei lavori.

A seguire, l’intervento del Sindaco di Capistrello, Francesco Ciciotti, presente all’evento con il consigliere di Pescocanale, Ernesto Liberati. Ciciotti, nella sua vita professionale, ha percorso tutte le tappe di un tecnico di cantiere, arrivando a ricoprire importanti ruoli dirigenziali nell’ambito di grandi imprese specializzate negli scavi in galleria.

In platea anche le consigliere di minoranza, Dina Bussi, Emiliana Salvati e il consigliere Vittorio Silvestri, che hanno seguito, assieme al resto del pubblico, anche i successivi interventi. Quello di Roberto Tomei, ex direttore di cantiere, che ha parlato delle moderne tecniche costruttive utilizzate nella metropolitana di Milano.

Al termine, il toccante intervento di Emilia De Vecchis, apprezzata autrice vernacolare, che si è soffermata sul tema della memoria. Attraverso i suoi ricordi, ha rievocato la vita del minatore dal punto di vista di chi restava a casa. Mogli, madri, figlie, che subivano la lontananza dei mariti, dei figli, dei fratelli, come ineluttabile prezzo che il destino aveva loro riservato per conseguire un futuro migliore.

Un pomeriggio intenso, fra storia e memoria, con i racconti della quotidiana fatica di persone dure come la roccia scavata nelle viscere della terra ma dai valori profondi come le radici di alberi secolari.

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