Canistro – “La Regione ha seguito sin dall’inizio l’evolversi della vertenza, con incontri ripetuti, cercando di favorire una soluzione immediata soprattutto a salvaguardia dei livelli occupazionali. Oggi il bando è pronto: è stato attentamente elaborato dai nostri uffici d’intesa con l’amministrazione comunale di Canistro e con i sindacati, e potrà consentire il rilancio dell’attività rendendola competitiva sul mercato nazionale e internazionale vista la straordinaria qualità delle acque della Sorgente “S. Antonio-Sponga” di Canistro”.
Così il vice Presidente Giovanni Lolli questa mattina, a palazzo Silone a L’Aquila, nel corso di una conferenza stampa, ha voluto fare chiarezza su una vicenda che si trascina ormai da tempo e che presenta troppe ombre su una realtà lavorativa importante che ha 70 dipendenti (rispetti ai 120 del passato)ma che ne vede lavorare solo una minima parte costringendo la maggioranza alla Cassa integrazione. “Purtroppo – ha aggiunto Lolli – l’attività produttiva si è gravemente indebolita in questi anni e solo per la Santa Croce. In Abruzzo e in Italia, infatti, nonostante la crisi economica generale, il mercato delle acque minerali ha tenuto bene anche con leggere punte di crescita”. Presenti anche il sindaco di Canistro, Angelo Di Paolo, l’assessore alle attività produttive Ugo Buffone e il consigliere comunale Cristiano Iodice.
“Le acque minerali Santa Croce sono vita per il Comune di Canistro e per la Valle Roveto –ha aggiunto il vice Presidente – Ovviamente al nuovo bando potrà rispondere anche l?ex gestore in presenza dei requisiti previsti. C’è un solo ultimo passaggio per perfezionarlo: l’accesso alla rete di adduzione, dalla sorgente allo stabilimento – proprietà indisponibile della Regione – è impedito dalla società Santa Croce nonostante le ripetute sollecitazioni. Bisogna potervi accedere per partire con il bando europeo. Finora questo ci è stato negato. Dobbiamo rientrare in possesso dell’adduzione – che è una pertinenza della sorgente – altrimenti saremo costretti a intervenire attraverso l’autorità giudiziaria. Stiamo parlando di un’acqua – ha concluso il vice presidente – di alta qualità, di massima affidabilità e con specifiche caratteristiche che la pongono ai primi posti in italia. Un patrimonio che dobbiamo salvaguardare insieme ai tanti posti di lavoro. Del resto, esistono motivi giuridici e sostanziali impossibili da ignorare e per i quali siamo stati costretti ad arrivare ad un nuovo bando per rilanciare lo stabilimento e renderlo competitivo sul mercato. Abbiamo fortemente voluto che venisse inserita nel bando una clausola sociale che prevedesse la salvaguardia dei livelli occupazionali per le maestranze attuali”.
Il sindaco di Canistro Angelo Di Paolo ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione comunale nella definizione della vertenza e la collaborazione con l’Ente Regione nella stesura del bando di concessione, evidenziando come l’attività dello stabilimento Santa Croce sia parte integrante di un territorio che porta sulle tavole delle famiglie italiane la qualità delle sue acque e del suo ambiente, la sua storia e la sua identità. Un bene inestimabile che deve essere tutelato e valorizzato dal punto di vista ambientale e occupazionale.