Sanità, Paolucci:”Sull’indennità alle guardie mediche l’iter da seguire non è quello della risoluzione”

Regione – “Una risoluzione che da sola non può produrre alcun effetto e che rappresenta solo un documento elettoralistico privo di qualunque valore a fini pratici, perché non può andare a modificare decisioni assunte in altre sedi”.

Lo puntualizza l’assessore alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, commentando l’approvazione – avvenuta ieri mattina in Commissione Sanità al Consiglio regionale – di una risoluzione che punta a sospendere gli effetti della delibera di giunta che ha bloccato l’erogazione dell’indennità aggiuntiva ai medici di continuità assistenziale.

“Il Consiglio regionale è il massimo organo della Regione ed è sovrano – spiega Paolucci – ma se davvero l’Assemblea vuole determinarsi diversamente rispetto alla decisione assunta dalla giunta (sulla base di un decreto della Corte dei Conti), deve presentare non una risoluzione, ma un provvedimento amministrativo, seguendo tutto l’iter previsto dalle norme e dai regolamenti, oltre al rilascio dei necessari pareri delle strutture regionali. Solo così l’atto è idoneo a produrre effetti, con tanto di responsabilità amministrativa e contabile in capo a coloro che ne votano l’approvazione.

E’ troppo semplice licenziare invece una semplice risoluzione, che non implica alcuna responsabilità patrimoniale per i consiglieri regionali, lasciando la stessa solo in capo alla giunta regionale e in particolare all’assessore alla sanità. Il documento approvato oggi serve solo a generare caos e false aspettative nei medici e nell’opinione pubblica al fine di accrescere il proprio consenso personale.

Voglio infine ringraziare le organizzazioni sindacali dei medici di medicina generale, che insieme alle Asl e all’assessorato alla Sanità, stanno individuando le forme legittime per restituire un’indennità aggiuntiva dietro specifici obiettivi. Quanto al passato è di tutta evidenza che saranno i giudici, dunque né giunta né consiglieri a definire la questione. E naturalmente, se i magistrati dovessero ritenere legittima quella indennità definita nel 2006, siamo pronti a prenderne positivamente atto”.

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