“Come velieri” una delicata poesia della scrittrice Maria Assunta Oddi per Sabina Santilli

Omaggio a Sabina Santilli, lo spettacolo dei teatranti del Centro Polifunzionale di Celano
Sabina Santilli

Il 29 maggio ricorre l’anniversario della nascita di Sabina Santilli, fondatrice della “Lega Del Filo D’Oro”, un’associazione finalizzata alla valorizzazione  delle potenzialità delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. Lo scorso 30 marzo è stata una giornata memorabile per la Lega del Filo d’Oro per il completamento del Centro Nazionale nella città di Osimo alla presenza del Capo  dello Stato Sergio Mattarella che ha considerato questo traguardo “Il coronamento del nostro sogno, dico nostro perché ci riguarda tutti”. Grazie al personale della Fondazione, ai volontari, alle famiglie, a tutti i sostenitori  e alle Istituzioni è stato possibile realizzare un polo di alta specializzazione in Italia per la diagnosi, l’assistenza, l’educazione e la riabilitazione delle persone con difficoltà nella sfera sensoriale.

Per una maggiore presenza sul territorio, a San Benedetto dei Marsi, paese natale di Sabina, sempre mantenendo alto lo standard del servizio ai disabili e ai loro loro cari, entro quest’anno la Lega del Filo d’Oro aprirà  una nuova sede in Abruzzo, nella casa della fondatrice.

Anche una poesia può sensibilizzare gli animi all’accoglienza e all’inclusione suscitando sentimenti empatici affinché quel filo d’oro, che unisce tutti noi nella solidarietà fraterna, non si spezzi mai.

A voi tutti i teneri versi di Maria Assunta Oddi

Come velieri.

Nella notte più buia ad occhi chiusi

Come arsa brughiera nella sua immobile

Solitudine il respiro è soffio scucito dal vento.

Smarrita nel grigio d’ardesia tra il buio

Tetro degli umani abissi al di là del cielo

Il gioco della vita trasmuta e scolora

Come straccio dismesso nel nulla.

Ma l’anima mia, leggera piuma d’angelo,

Sogna un giardino fiorito di stelle.

Nella rumorosa quiete pungenti

Lame di luce su immortali pensieri

Sono fermi sulla porta del tuo cuore.

Ti prego, non lasciarmi solo!

Nel calice scuro delle sue lacrime

Rigato dalle stille di una spina

Posa il riflesso incantato del tuo sorriso.

E prima che l’onda dell’alba invada

L’orizzonte come velieri voleremo in alto

Fin dove si scioglie dei fanciulli l’eco festoso delle voci.

Sui freschi sorsi dell’erba novella 

tra gli atomi dorati e le stille di rugiada

finalmente come fratelli su un’unica ala

tra le dita sottili del vento

da insipide pozze abbracceremo

tutti i colori dell’arcobaleno.

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