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“Riconquistiamo Avezzano”, ecco il programma elettorale del professore Stefano D’Andrea

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Avezzano. Il candidato sindaco di Avezzano, Stefano D’Andrea, si è presentato ufficialmente alla città, tramite l’invito alla stampa, questa mattina, nei locali di Mammarossa, in via Garibaldi.

“Il progetto civico “Riconquistiamo Avezzano” nasce nel 2015 per impulso di dieci membri avezzanesi del FSI – Fronte sovranista italiano”, ha introdotto D’Andrea, docente universitario, “Nonostante l’appartenenza politica dei promotori la loro ideologia non è mai stata parte del programma. Al contrario, si è favorita la selezione di partecipanti in base a doti umane (competenza, serietà, disinteresse). Un aspetto riscontrabile nei dati che vedono, su 40 persone coinvolte a vario titolo, la partecipazione di 12 soci del FSI. Per questi motivi “Riconquistare Avezzano” si qualifica come civico, nel senso che ha come obiettivo principale la formazione di una nuova classe dirigente che amministri la città”.

Il candidato sindaco è stato presentato dalla stampa locale come presidente del FSI, e siccome del neologismo “sovranista”, inventato da lui nel 2011, ultimamente si sono appropriate alcune forze politiche che hanno idee radicalmente diverse, è opportuno chiarire pochi punti.

“Il FSI è un’associazione politica nazionale composta, attualmente, da oltre 600 soci di 18 regioni italiane”, fanno sapere dall’ufficio stampa del candidato, “principalmente sostiene un insanabile contrasto tra Trattati europei e Costituzione della Repubblica italiana. In generale rimarca come la disciplina dei rapporti economici prevista nella nostra Costituzione è improntata ad un principio sociale mentre quella dei trattati europei al più puro liberalismo economico. Per questo propone di tornare alla Costituzione economica abbandonando i Trattati europei”.

L’intervento di D’Andrea:

L’obiettivo di “Riconquistare Avezzano” è vincere le elezioni amministrative. La constatazione è che, arrivando secondi al primo turno, sia pure per pochissimi voti, si possa primeggiare al ballottaggio. I candidati sindaco saranno 6 e potrebbe bastare il 20% per andare al secondo turno. Secondo le sue analisi i candidati Di Pangrazio e De Angelis, i quali sono stati alleati al governo della città per oltre 3 anni – e sono dunque un partito unico che si è scisso per l’ambizione, legittima, sia chiaro, di De Angelis – avranno meno voti di quanti si creda. I centri di potere locale, non diversamente dai centri di potere nazionale, godono di scarsissima stima da parte dei cittadini: si tratta, ormai, di un sistema che si fonda esclusivamente sull’inerzia del popolo e che, infatti, crolla ogni volta che un gruppo di attivisti agisce con efficacia.

“Riconquistare Avezzano” chiederà il voto su questi presupposti: a) Ci sono tutti gli elementi positivi del M5S ma non carenza di competenze specifiche  necessarie per amministrare. C’è, anzi, un ulteriore elemento positivo: l’aggregazione non è avvenuta attorno ad un simbolo nazionale ma a qualità umane. b) Che i cittadini che credono di dover votare amici e conoscenti, dato l’esagerato schieramento di liste, sdoppino il voto: votando Stefano D’Andrea, come sindaco, sceglieranno tutto il gruppo e una nuova classe dirigente. c) Che Di Pangrazio e De Angelis rappresentano un partito unico nel quale si confondono candidati passati da uno schieramento all’altro e che adotta il medesimo meccanismo dei “riempi-lista” per formare molte liste, le quali significano molti piccoli centri di potere, molte trattative, molte richieste di poltrone e dunque cattiva amministrazione. d) Il sistema elettorale è a due turni e, quindi, al primo turno si vota per indicare quale è, a detta del cittadino, la classe dirigente migliore; per il male minore si vota al secondo turno.

Il progetto “Riconquistare Avezzano”, in caso di vittoria si impegna a: a) Dotarsi di uno Staff del sindaco di tre elementi, con risparmio di circa 120.000 Euro annui. b) Non andare mai in emergenza nella gestione di appalti e convenzioni. c) Riconvertire la scuola Corradini – Fermi in un polo culturale – ricreativo. d) Creare una “Cittadella dello sport” nella zona nord della città col rilancio di impianti in disuso e la dotazione di servizi.

 

IL PROGETTO “RICONQUISTIAMO AVEZZANO”

  1. Quale rapporto esiste tra il Fronte Sovranista Italiano e il progetto civico “Riconquistare Avezzano”

Nel 2015 dieci soci avezzanesi dell’allora ARS – Associazione Riconquistare la Sovranità, poi divenuta FSI – Fronte sovranista Italiano, hanno pensato di promuovere un progetto civico per le amministrative del 2017. Tra i criteri che si sono dati per selezionare le persone da coinvolgere c’erano: a) l’assoluta irrilevanza delle simpatie politiche attuali o pregresse; b) l’assoluta irrilevanza delle idee sull’Unione europea e sull’Euro. Altri due criteri erano che non si trattasse di persone furbe o chiacchierone/polemiche.

Ad oggi 28 cittadini si sono impegnati a candidarsi, 3 sono in forse, altri 9 in dubbio. Su 40 persone soltanto 12 sono soci del FSI, quindi poco più di un quarto. Il progetto è dunque oggettivamente un progetto civico sia per questo dato quantitativo, sia per quello qualitativo di mettere in secondo piano la ricerca di inutili affinità ideologiche, in questo ambito, che avrebbero potuto minacciare il valore complessivo del gruppo.

 

  1. Cos’è il Fronte Sovranista Italiano

Siccome il candidato sindaco Stefano D’Andrea è stato presentato dalla stampa come presidente del FSI – Fronte Sovranista Italiano, e siccome del neologismo “sovranista”, inventato da lui,  e usato per la prima volta in rete il 13 dicembre 2011, ultimamente si sono appropriate alcune forze politiche che hanno idee radicalmente diverse, è opportuno chiarire, preliminarmente, cosa sia il FSI e cosa significhi per il FSI il termine sovranista.

Il FSI è un’associazione politica nazionale composta, attualmente, da oltre 600 soci di 18 regioni italiane e che ne ha radunati 300 a Roma, nel giugno del 2016, in occasione dell’Assemblea nazionale. La tesi di fondo sostenuta dall’ARS (l’associazione che ha preceduto il FSI) e poi dal FSI è questa: esiste un insanabile contrasto tra Trattati Europei e Costituzione della Repubblica Italiana.

In generale, osserva il FSI, la disciplina dei rapporti economici prevista nella nostra Costituzione è improntata ad un principio sociale mentre quella dei Trattati europei al più puro liberalismo economico, dunque ad un principio che prescinde dalla socialità e in realtà la sacrifica. Il FSI propone di tornare alla Costituzione economica e all’attuazione che se ne diede fino al 1981 abbandonando, quindi, i Trattati europei.

E’ dunque soltanto un paradosso della storia che, dopo aver inventato il neologismo sovranista, altri cerchino di appropriarsene. Da un lato ex neofascisti, da sempre europeisti che non hanno mai riconosciuto il valore della nostra Costituzione (la Meloni), dall’altro quella Lega nord che è indipendentista e che alla metà degli anni Ottanta rivendicava di essere la forza più europeista di tutte ed emerse proprio per porre fine al principio costituzionale della solidarietà sociale, che si esprimeva nei trasferimenti fiscali a favore del Sud.

  1. L’obiettivo: vincere le elezioni amministrative.

L’obiettivo è vincere le elezioni amministrative, sia con due liste incomplete, sia con una completa. Arrivando secondi nel primo turno, sia pure per pochissimi voti, si vincerebbe, con ogni probabilità, al ballottaggio. Si tenga conto che i candidati sindaco saranno 6 e che pertanto potrebbe bastare il 20% per andare al secondo turno. A Marino, una cittadina del Centro Italia,  con un numero di abitanti identico a quello di Avezzano, nel giugno del 2016 una sola lista del M5S ha sconfitto 8 liste del Centrodestra e 7 del Centrosinistra.

I centri di potere locale, non diversamente dai centri di potere nazionale, godono di scarsissima stima da parte dei cittadini: si tratta, ormai, di un potere che si fonda esclusivamente sull’inerzia del popolo e che, infatti, crolla ogni volta che un gruppo di attivisti agisce con efficacia.

La previsione è che i candidati Di Pangrazio e De Angelis, i quali sono stati alleati al governo della città per oltre 3 anni – e sono dunque un partito unico che si è scisso per l’ambizione, legittima, sia chiaro, di De Angelis – avranno meno voti di quanti si creda. L’auspicio superare uno dei due candidati grazie al voto libero, al voto di opinione.

  1. Gli slogan della campagna elettorale.

“Riconquistare Avezzano” adotterà alcuni slogan perché, per lo più, descrivono caratteristiche proprie o, a suo avviso, negative degli schieramenti avversari.

  1. Presenta tutti gli elementi positivi del M5S (candidati giovani, ad oggi 39 anni di media, sorti dal basso, non ci sono ex assessori, ex consiglieri comunali e addirittura ex candidati, salvo D’Andrea nel 1993) ma non un elemento negativo che sovente ricorre nel M5S, ossia la carenza di competenze specifiche necessarie per amministrare (ci sono giuristi, avvocati, commercialisti, ingegneri, psicologi, ex dirigenti aziendali divenuti ora imprenditori, navigati imprenditori e navigati commercianti). Possiede, anzi, un ulteriore elemento positivo: non si è aggregato intorno ad un simbolo nazionale ma a qualità umane.
  2. Che i cittadini che credono di dover votare amici e conoscenti, candidati a sostegno di candidati sindaci che saranno appoggiati da molte liste (siano 6,10 o 12), sdoppino il voto: votando Stefano D’Andrea, come candidato sindaco, voteranno tutto il gruppo e sceglieranno una nuova classe dirigente.
  3. Che Di Pangrazio e De Angelis rappresentano un partito unico, come è dimostrato da due elementi: a) nello schieramento di De Angelis si trovano moltissimi ex alleati di Di Pangrazio e nello schieramento di Di Pangrazio si trovano ex alleati degli attuali alleati di De Angelis ; b) entrambi adottano il meccanismo di coinvolgimento di riempi-lista e pseudo candidati per formare molte liste, le quali significano molti debiti-crediti, molti piccoli centri di potere autonomo, molte trattative, molte richieste di poltrone e dunque cattiva amministrazione.
  4. Il sistema elettorale è a due turni e, quindi, al primo turno si vota per indicare quale è, a detta del cittadino votante, la classe dirigente migliore. Non si vota, invece, come qualcuno crede, per il male minore; per il male minore si vota al secondo turno, se il candidato sindaco votato al primo turno non è arrivato al ballottaggio.

ALCUNE PROPOSTE PROGRAMMATICHE

1) Impiego dei fondi per lo “Staff del sindaco”

Ci si impegna ad assumere con contratti a tempo determinato, attingendo al denaro previsto per il cosiddetto Staff del sindaco, al massimo 3 persone, una, eventualmente, a tempo pieno (36 ore) e due a tempo parziale (20 ore). Per posizioni non apicali, dunque, saranno spesi al massimo 70.000 euro dei 220.000 utilizzabili. Per il resto verranno assunti lavoratori in mobilità.

Di regola le giunte comunali tendono ad assumere personale a tempo determinato, che non sia già in mobilità. La ragione è di tipo clientelare: se si assumono lavoratori in mobilità si devono scegliere i lavoratori iscritti nelle liste presso il Centro per l’impiego. Al contrario, ricorrendo alle assunzioni di lavoratori non in mobilità si assume la persona che si preferisce. Si osservi che si opta per i lavoratori non in mobilità sebbene il costo di quelli in mobilità sia notevolmente inferiore.

Inoltre, i funzionari assunti con il capitolo di bilancio riservato al cosiddetto Staff del sindaco molto spesso non servono a nulla, essendo chiamati a svolgere funzioni per le quali esiste dentro il Comune personale più competente e con esperienza. Se verrà accertato che tra i dipendenti del Comune c’è una carenza di mansioni o competenze indispensabili, allora si procederà ad assumere mediante concorso pubblico.

Questa scelta di ridurre notevolmente gli assunti con contratti a tempo determinato e di assumere un rilevante numero di lavoratori socialmente utili, a basso costo e specialmente operai, consentirà di avere a disposizione, ogni anno, 100.000 – 120.000 Euro, che, in cinque anni, consentiranno di finanziare una media opera pubblica, oppure permetteranno di fornire ogni anno ai cittadini svariati piccoli servizi aggiuntivi.

2) Non andare mai in emergenza

Si suol dire che un Comune “va in emergenza” quando scade un appalto o una convenzione e non è stata svolta o conclusa la procedura per l’assegnazione del nuovo appalto o per la stipulazione della nuova convenzione. E’ purtroppo frequente che le amministrazioni comunali vadano in emergenza. Due le ragioni: quando non si hanno le idee chiare su cosa si debba fare, oppure quando si vuol perseguire un interesse privato, per esempio continuare a far lavorare una impresa in difficoltà o una impresa che ha assunto dipendenti segnalati dagli amministratori.

Nonostante la teorica neutralità economica della scelta di andare in emergenza, i buoni amministratori devono sempre evitare l’emergenza, in ragione del fatto che una certa inefficienza nel servizio sembra quasi intrinseca all’emergenza e che si deve scongiurare comunque il rischio di celare, dietro l’emergenza, il perseguimento di interessi privati.

3) Riconversione della Corradini – Fermi in “polo culturale”

Le scuole medie Corradini – Fermi, allo stato attuale, non possiedono più i requisiti sufficienti per essere adibite al sevizio scolastico. “Riconquistare Avezzano” ritiene necessario un intervento di riconversione. La destinazione ritenuta più opportuna è quella di “polo culturale” che comprenda: biblioteca e sala lettura; sala conferenze; area espositiva; ludoteca; corsi di pittura; pratica di musica, danza e discipline affini; sala registrazione; università degli anziani; laboratori teatrali; corsi e tornei di scacchi, bridge e giochi similari.

Questo per una serie di motivi. a) La promozione, in una società sempre più improntata al materialismo, di una “cultura dello spirito”; b) Recuperare e valorizzare uno dei più significativi edifici storici di Avezzano. c) Ripopolare il centro (prima si riportano i pedoni e poi si parla di pedonalizzazione); d) Offrire uno spazio di socializzazione ed intrattenimento adatto a tutti i cittadini (dai bambini, agli anziani); e) Scongiurare l’apertura di un altro centro commerciale.

4) Creazione della “Cittadella dello sport”

La zona nord della città comprende una serie di servizi sportivi di notevole potenzialità. Lo “Stadio dei pini”; la piscina comunale; i due circoli tennis; il velodromo; la palestra ex piscina. La dotazione di alcuni servizi contribuirà alla realizzazione di una “Cittadella dello sport”, una realtà attrattiva per molte realtà di settore ed uno spazio verde da vivere per tutta la cittadinanza. Una foresteria che dia possibilità di soggiorno e riposo agli atleti che si intrattengono per competizioni e manifestazioni già consolidate, e per quelle che dovessero vedere la luce; un area attrezzata in pineta per intrattenimento ed esercizio fisico (giochi per bambini, percorsi salute); un servizio bar – ristoro. Anche in virtù di questi miglioramenti la gestione dei complessi oggi caduti in disuso (come lo “Stadio dei pini” ed il velodromo) vedrà una rinascita.

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