Quando via Corradini, ad Avezzano, si chiamava via del Littorio

Avezzano – Una delle strade più importanti di Avezzano, come tutti sappiamo, è intitolata all’avezzanese Camillo Corradini, figura di spicco nel panorama politico e sociale italiano del primo Novecento. La città di Avezzano dedicò questo tratto viario a uno dei suoi cittadini più illustri.

Diversi anni prima, però, via Corradini aveva un altro nome, per l’esattezza via Corradini era denominata via del Littorio. Il richiamo, evidentemente, è al ventennio fascista: diversi paesi della Marsica, durante la dittatura fascista, mutarono i nomi di strade e piazze dedicandoli a personaggi o simboli dell’epoca.

Con la caduta del regime fascista, la gran parte delle denominazioni furono nuovamente cambiate. E fu così che, nell’arco di qualche tempo, via del Littorio fu rinominata e dedicata alla figura di Camillo Corradini.

Della vecchia “via del Littorio“, oggi, ci restano solo alcune vecchie immagini che rimandano a un’epoca in cui il centro di Avezzano era stato appena ricostruito dopo lo spaventoso sisma del 1915. Una città nella quale si muovevano ancora poche vetture e in cui la vita era in fase di ripresa.

Ma cos’è il “littorio“? Originariamente, nell’antica Roma, il fascio littorio era un simbolo del potere esecutivo e della giustizia. Era costituito da un fascio di verghe legate da una cinghia di cuoio, con una scure inserita al centro. I littori, servitori dei magistrati, portavano questo fascio come segno dell’autorità dei loro padroni.

Il fascio littorio fu adottato dal regime fascista italiano come proprio simbolo ufficiale. Mussolini ne rivendicò l’origine romana per sottolineare la continuità con la grandezza dell’Impero Romano e per rafforzare il mito della rinascita nazionale.

Dopo la fine del fascismo e la caduta del regime nel 1945, il simbolo del littorio è stato vietato in Italia, ma ha continuato a essere associato a periodi di autoritarismo e repressione

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