Preziose maioliche della chiesa della Madonna delle Grazie di Collarmele portate a Genova: "Analizzate per capire fabbricazione e datazione"
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Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
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La grotta di Sant'Agata
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Quando a Magliano dei Marsi si lavorava il corallo

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Magliano dei Marsi – L’antica tradizione della lavorazione del corallo a Magliano dei Marsi è andata completamente persa. A quanto pare, sono pochissimi i maglianesi che ricordano o che sanno che un tempo, nel paese marsicano, esisteva una discreta manifattura che permetteva la lavorazione del corallo. Quando l’amico Costantino Oddi di Scurcola me ne ha fatto accenno, pensavo di aver capito male. Invece sembra proprio che per alcuni decenni nella Marsica si lavorasse il prezioso materiale pescato nelle profondità del mare. Il corallo rosso, quella misteriosa formazione che, secondo gli antichi, si era generata dal sangue che continuava a gocciolare dalla testa recisa della mitica gorgone Medusa, decapitata da Perseo, che cadendo nel mare, andò a pietrificare delle alghe tingendole di colore rosso.

Come è stato possibile che a Magliano dei Marsi, notoriamente piuttosto distante dal mare, si potesse avviare la lavorazione del corallo? La risposta arriva da un bel testo che lo stesso Costantino Oddi mi ha messo a disposizione, “Ori & Argenti d’Abruzzo dal Medioevo al XX secolo” di Adriana Gandolfi ed Ezio Mattiocco. A pagina 85 del corposo volume si legge: “Un viaggiatore italiano del secolo scorso ci ha lasciato notizia di un’altra manifattura di corallo, a Magliano dei Marsi, un piccolo paese nella conca del Fucino; questa lavorazione impiegava circa sessanta donne del paese ed era stata impiantata da imprenditori di Torre del Greco, “Santoponte e Senese”, intorno al 1880 (rimase attiva sino al disastroso terremoto del 1915)“.

Sorvolando sul fatto che Magliano non sia collocato nella conca del Fucino, resta l’interessante notizia dell’esistenza della manifattura “Santoponte e Senese”, cognomi che tutt’oggi nel paese sono piuttosto diffusi. Il richiamo a Torre del Greco non è un caso. Nel centro campano, infatti, la pesca del corallo era attiva fin dal XV secolo. Un’attività piuttosto diffusa tanto che, nel 1790, venne approvata la fondazione della Real Compagnia del Corallo, con la quale si assegnava ai torresi il monopolio della vendita del corallo. Oggetti sacri o di abbellimento ma soprattutto gioielli: così veniva usato il corallo lavorato e venduto dai mercanti di Torre del Greco, dove la prima vera fabbrica di lavorazione del corallo venne aperta nel 1805.

Da Torre del Greco a Magliano dei Marsi, dunque. Le ragioni di questa “migrazione” di lavoratori di coralli non sono chiare, ciò che è certo è che, tradizionalmente, le donne abruzzesi dell’800, indossano spesso collane, orecchini, bracciali e anelli di corallo rosso. Il richiamo alla lavorazione del corallo a Magliano è presente anche in altri documenti. Ad esempio nell’Annuario d’Italia, Calendario generale del Regno dell’Anno 1896 tra le industrie presenti nel paese marsicano viene indicata anche quella del commercio dei coralli (oltre a zafferano, anici, mandorle, lana, mattoni) con un negozio di coralli di proprietà di un certo Vincenzo Micangeli. Inoltre in un libro intitolato “Emporium, rivista mensile illustrata d’arte, letteratura, scienze e varietà” risalente al 1915 si legge: “Magliano era industre e operosa, le fanciulle lavoravano il corallo; attorno alle campagne crescevano la vite e il gelso, l’ulivo e lo zafferano“.

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