Protesta dei lavoratori della Vesuvius di Avezzano

I dipendenti lamentano poca chiarezza da parte dei manager sul futuro dell'azienda

Avezzano – Protesta dei lavoratori della Vesuvius Italia questa mattina nel nucleo industriale di Avezzano. La multinazionale, che conta duecento siti nel mondo, è alle prese con un ridimensionamento e gli operai marsicani chiedono chiarezza ai manager in merito al prossimo futuro.

A livello europeo c’è un disegno di razionalizzazione dell’organico a livello europeo.” In Repubblica Ceca – spiega il rappresentante della rsu di Avezzano, Emiliano Di Salvatore – una consociata di ben 69 dipendenti per la fine dell’anno chiuderà: noi temiamo che lo stabilimento di Avezzano possa fare la stessa fine”.

L’azienda si occupa della lavorazione di valvole per la colatura dell’acciaio ed è il secondo fornitore dell’Ilva di Taranto.

Una realtà solida quella della Vesuvius Italia , una delle poche rimaste in questa terra della Marsica che mostra una desertificazione delle proprie forze industriali. La mancanza diretta di  informazioni  dopo aver appreso, per vie traverse, la chiusura di un sito nella Repubblica Ceca, ha allarmato non poco i lavoratori dello stabilimento avezzanese.

Con l’aria che tira l’azione di sciopero è ben condivisibile, e per nulla disatteso dalla direzione. Il manager  Gianluca Rodorigo  aveva già percepito una forma di  risentimento da parte dei lavoratori legata sostanzialmente al fatto che, nell’ultimo periodo, ci sono stati notevoli cambiamenti ai vertici di Londra della direzione generale e,  un po’ il management ma soprattutto i lavoratori lamentano di una carenza di informazione a riguardo dei piani strategici.

Questo non vuol dire che siano dei piani negativi o che prevedano chiusure o riduzioni di personale nello stabilimento di Avezzano ma certamente, ancora non seguono delle pronte rassicurazioni per i dipendenti  che si sentono un  po’ colpiti e di fatto allarmati. “  specifica il Direttore. “Il fatto che una multinazionale cerchi comunque di raggiungere i propri risultati, di sostenere il proprio titolo azionario, di andare alla ricerca dei dividendi per i propri azionisti è del  tutto normale. Quello che ha allarmato i nostri lavoratori è il fatto che quella chiusura è piombata per canali un po’ trasversali, come a dire: hanno visto il sottoscritto un pò spiazzato, nel senso che non c’è stata una documentazione ufficiale riguardante la chiusura di quello  stabilimento, quindi, la mancanza di un filtro da parte mia. Al momento ho poche informazioni da dare a riguardo di questa situazione, anche perché il nuovo management  si è appena insediato all’interno della nostra sede londinese quindi,  le informazioni dovranno prima essere tradotte in termini operativi e  per arrivare al direttore di stabilimento ci vorrà sicuramente un po’ di tempo.”

Secondo il  manager Rodorigo,  il punto di forza della fabbrica avezzanese  è che ha sempre lavorato bene,  avendo anche una posizione geografica ottima  all’interno del Mediterraneo. “Le materie prime vengono  raccolte  dal nord Europa,  lavorate  con ottimi parametri di qualità di sicurezza e di consegna e poi diffuse , sia ad un mercato nazionale molto consistente dal  50 al 60%,  sia un 40% su un  mercato estero dislocato  in Africa, in Iran,  nel Kuwait nella zona del Midest. Questa è quindi la nostra forza, la mia forza e l’orgoglio di questo stabilimento. E’ chiaro che la situazione va chiarita per costruire un percorso sincero.”

Lo sciopero di oggi è motivato, anche se l’azione è ormai  lontana,  per la chiusura dello stabilimento nel Nord Italia. Per informazione pubblica oltre ad Avezzano sul territorio nazionale vi è un’altra sede dislocata in Sardegna.

La fabbrica del nord Italia  è stata chiusa nel 2004. “In quel caso la società ha fatto una scelta ragionata. Era uno stabilimento  dove il sito  non era di proprietà, veniva pagato un affitto e comunque tutto il personale è stato gestito, ed è stato dato il trasferimento  a tutti i lavoratori  alcuni  hanno accettato, oggi uno di questi è un anello importante nella nostra organizzazione. In quel periodo nella zona del Nord c’era un grandissima offerta di lavoro e  le persone, anziché venire a lavorare nelle terre marsicane,  hanno  preferito  trovare nuove opportunità in loco – “continua Rodorigo “- immagino che i lavoratori inaspriranno la loro richiesta, il mio compito è riportarli alla ragionevolezza, ho già parlato con loro  di lavorare in qualità evitando comportamenti strani.   La mia promessa è quella di andare alla ricerca di sincere informazioni  che possano, nel giro di brevissimo  tempo,  riportare la tranquillità all’interno dello stabilimento. La protesta la giudico legittima, adesso ne sono certo,  i vertici dell’organizzazione ci faranno sapere.”

La fabbrica  è uscita lo scorso anno dalla cassa integrazione e, com’è stato  precisato dal Manager,  si è costruito dalla fine dello scorso anno un business corposo , lavorando su volumi molto consistenti. La considerazione  finale presume che  sotto l’aspetto lavorativo  non vi sono problemi di profitto  né di esubero.

La RSU  riprenderà lunedì il lavoro. Si tenterà di attuare un tavolo di discussione con i vertici della Regione Abruzzo ed in mancanza di risposte concrete,  se necessario,  occuperanno lo stabilimento della “Vesuvius Italia”  di Avezzano.

 

 

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