L’8 marzo, come sappiamo, viene celebrata la Giornata internazionale della donna, comunemente definita Festa della Donna. La storia secondo la quale questa giornata venne istituita per ricordare un incendio a New York che uccise centinaia di operaie di una fabbrica di camicie l’8 marzo 1908 è solo una sorta di leggenda metropolitana: non ci fu alcun incendio in quel giorno. In realtà un incendio del genere vi fu, ma il 25 marzo del 1911 e lì, in effetti, morirono 140 persone tra cui molte immigrate e questo tragico evento divenne uno dei simboli della campagna in favore dei diritti delle donne operaie.
Altro potente e immancabile simbolo legato alla Giornata internazionale della donna è la mimosa ma va detto che questo legame tra il fiore di mimosa e la Festa della Donna esiste solo in Italia e non altrove. Nel nostro Paese tale Festa iniziò a essere celebrata dopo la Seconda guerra mondiale per iniziativa del Partito Comunista Italiano e dell’Unione delle Donne in Italia (UDI). Inizialmente come fiore simbolo si voleva usare la violetta ma si trattava di un fiore costoso e difficile da trovare, nell’Italia del post guerra non era semplice reperire le violette.
Tra le donne dell’UDI vi era Teresa Mattei, ex partigiana che per tutta la vita ha continuato a lottare per il riconoscimento dei diritti delle donne. Teresa Mattei con Teresa Noce e Rita Montagna proposero di scegliere un fiore più “povero” e facile da trovare anche nei campi. Così venne scelta la mimosa che rimane uno dei simboli più riconoscibili della Giornata internazionale della donna in Italia. Teresa Mattei è morta nel 2013 all’età di 92 anni e a proposito della mimosa, con un pizzico di soddisfazione, spiegava: “Quando nel giorno della festa della donna vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano“.
