Il ritorno delle compagnie, dei pellegrini, dei devoti alla Santissima Trinità nel Santuario di Vallepietra tra Lazio e Abruzzo, è avvenuto il 15 giugno allorquando il Rettore del Santuario, monsignor Alberto Ponzi, nel corso della messa celebrata dal Vescovo di Anagni-Alatri, Sua Eccellenza Lorenzo Loppa, ha annunciato la riapertura dopo che il Santuario nel giorno della festa della Santissima Trinità per la prima volta nella storia è rimasto chiuso, esprimendo così «un forte segnale di speranza che tutti aspettavano, una notizia importante che arriva in un momento di incertezza e scoraggiamento. La riapertura del santuario è stata possibile grazie all’applicazione di importanti norme e dispositivi da rispettare, la più importante delle quali è la prenotazione della visita.»
Il numero massimo di prenotazioni giornaliere è di 750 persone la mattina (entrata dalle ore 8 fino alle 13) e 750 persone il pomeriggio (entrata dalle 13 fino a chiusura del Santuario). Le prenotazioni sono attive sino al 2 novembre 2020.
La riduzione del numero ha fatto sì che «dal 15 giugno ad oggi il flusso dei pellegrini è stato minimo: a fine luglio circa 7.000 pellegrini» spiega il Rettore Ponzi, da noi intervistato quando abbiamo visitato sabato 1° agosto il Santuario con una compagnia di fedeli provenienti da Sante Marie, una cinquantina a piedi (la maggior parte giovani), oltre quaranta in pullman. Quali le previsioni sino al 2 novembre? «Le previsioni dipendono da come va l’epidemia, tenendo presente che certamente il desiderio di venire c’è, ma la paura rallenta» aggiunge Don Alberto.
Per il 15° anno consecutivo la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Sante Marie organizza quella che è diventata oramai una promessa solenne: “il prossimo anno alla Santissima Trinità”. E quello che più colpisce (e fa ben sperare) è la partecipazione dei giovani a questo rito antico, sulle strade impervie dei padri, dei nonni.
E’ un rito antico, secolare, che ha mosso e muove ancora migliaia di pellegrini alla volta del Santuario della Santissima Trinità con la chiesetta disadorna scavata nella roccia ricca di spiritualità (misura 15 metri circa di lunghezza, 6 di larghezza, 8 di altezza).
Arrivano dalla Conca del Fucino, dal Cicolano, dalla Valle Roveto, Valle Peligna, dalla Ciociaria, dalla Sabina, dal Sublacense, dal Tiburtino, per partecipare con emozione e commozione ai due grandi pellegrinaggi annuali: nella Festa della Santissima Trinità prima domenica dopo la Pentecoste e il 26 luglio Festa di Sant’Anna.
Quanti ricordi, racconti, miracoli, quanti matrimoni nei decenni passati sono cominciati proprio in quel piccolo Santuario che il Papa polacco, San Giovanni Paolo II, ha voluto visitare il 3 ottobre 2.000, sul finire dell’anno del Giubileo.
Il giorno 11 novembre 2.000 Giovanni Paolo II ha ricevuto in San Pietro oltre 5.000 pellegrini per ringraziare il Papa per la visita al Santuario. A distanza di 20 anni Monsignor Alberto Ponzi ricorda con devozione le parole pronunciate dal Papa polacco: «Rivolgo un cordiale saluto al gruppo di pellegrini legati al Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra. Essi provengono da varie Diocesi e sono accompagnate dal Vescovo di Anagni-Alatri, Monsignor Francesco Lambiasi, che ringrazio per le gentili parole. Carissimi, fedeli allo spirito del Giubileo, siate uditori attenti e volenterosi della parola di Dio, crescendo nella fedeltà a Cristo e al suo messaggio di salvezza. Sarete così all’altezza della missione che con il battesimo vi è stata affidata».
Le “compagnie” partono dai paesi di origine, precedute da un portatore di stendardo o di croce. «Seguono le donne e i ragazzi, gli uomini e, quando ci sono, le cavalcature. Le donne portano in testa grossi fardelli con coperte e cibarie; tutti sono adornato con scapolari, fiori (spesso finti), e curiose penne vegetali strappate a una pianta campestre».
Così descrive il viaggio negli anni Quaranta del secolo scorso Corrado Mezzana nel suo libro “Il Santuario della Santissima Trinità sul Monte Autore”.
L’arrivo sulla piazza con la croce in ferro, che attraverso una strada in discesa tutta curve porta alla Santissima Trinità, suscita emozione, turbamento di fronte a tanta bellezza naturale dei Monti Simbruini che fanno da cornice al Santuario.
«Si ha la sensazione quasi fisica di trovarsi a contatto con la Divinità» aveva scritto Mezzana.
Lungo la strada che conduce al Santuario, sulla destra si allinea una serie ininterrotta di Croci sul versante collinare a ricordo dei pellegrinaggi delle “compagnie” dei fedeli, che richiama un po’ “La Collina delle Croci” a Vilnius, capitale della Lituania.
«Una piccola collina su cui i Lituani portavano la testimonianza delle loro molteplici sofferenze sotto forma di grandi o piccoli crocifissi. In questo modo, attorno alla croce di Cristo, è cresciuto il bosco delle croci umane, che hanno coperto la collina» aveva sottolineato Giovanni Paolo II nella sua storica visita del 7 settembre 1993.
Foto di Enzo Di Giacomo