Nascondono la droga dentro i barattoli e la sotterrano, ma ci sono le fototrappole e finiscono a processo

Avezzano – Prima udienza dibattimentale del processo a carico di sei magrebini accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, ulteriormente aggravate dalla contestazione dell’ingente quantitativo di sostanza di tipo cocaina e hashish. Davanti al giudice del tribunale di Avezzano, Caterina Lauro, verrà ascoltato, lunedì 18 maggio, il primo teste, operante di PG.

Un troncone del maxi processo si è già concluso, nel febbraio scorso, con una condanna a seguito di rito abbreviato, due sentenze di patteggiamento e un rinvio a giudizio. Per altre sei persone è stato, invece, disposto il rinvio a giudizio davanti al tribunale monocratico il prossimo 3 luglio. L’inchiesta, avviata nel 2016, trae origine da una operazione del nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Avezzano.

Secondo l’accusa, la droga veniva nascosta in barattoli di vetro e poi veniva sotterrata nel Fucino dove, però, erano state installate delle fototrappole a infrarossi che i carabinieri forestali utilizzavano per inquadrare uccelli, lupi e orsi.

Lo spaccio avveniva nei territori di Avezzano, Celano, Scurcola Marsicana, L’Aquila, Milano e Teramo ed il giro d’affari era di circa mezzo milione di euro l’anno. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Mario Del Pretaro, Luca Motta e Mauro Ceci. 

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