Pescina – Dopo un lungo lavoro di sinergia della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara con la Città di Pescina, la Regione Abruzzo, il Centro Studi Siloniani e gli eredi dello scrittore, Mario e Teresa Tarola, la Casa Museo Ignazio Silone, apre finalmente le porte ad un pubblico desideroso di conoscere la storia di un uomo “Straordinario” per il coraggio di opporsi alla realtà aspra e sofferta del novecento.
Visitare le stanze della casa natale di Silone in un percorso dettagliato e fedele alla storia, significa ricostruire la parabola esistenziale dell’uomo fatta di sofferenza e di solitudine per giungere ad un avvenuto riscatto morale e sociale non solo per sé stesso ma per la sua gente. Insieme agli eventi raccontati con l’arredo, le suppellettili, le didascalie, le foto è presentata la produzione letteraria di uno scrittore che fu nel contempo intellettuale, politico, giornalista e militante rivoluzionario. Lo spazio abitativo affacciato in via delle Botteghe, prima di essere un artefatto architettonico è un artefatto psichico ed emotivo che ci consente di condividere il vissuto degli antichi inquilini animandolo con un coinvolgimento empatico.
Quello che era solo uno spazio vuoto è ora un “Antropocene” ossia un ambiente condizionato completamente dalla vita di Silone. Allargare quello spazio significa connettere la storia locale e personale con quella generale e globale. Non basta ripensare lo spazio domestico senza ripensare lo spazio pubblico di un secolo definito “il secolo breve” per la moltitudine di avvenimenti che hanno sconvolto e ribaltato più volte le sorti delle nazioni e dell’umanità. Basta citare alcuni eventi fondamentali per rendersi conto dell’esattezza di questa affermazione: la Prima e la Seconda Guerra mondiale, le Dittature, la Shoah, le lotte partigiane, le rivendicazioni sociali degli operai e dei contadini, l’industrializzazione, la nascita dei Partiti Popolari e l’ideologia Comunista del Proletariato.
Il Museo ripercorre L’operato di Silone collegandolo alle tappe fondamentali del primo decennio aiutandoci a conoscere la storia recente dell’Italia e di Paesi europei, come quella della Svizzera, della Francia e della dissolta U.R.S.S. per eludere il rischio più grande che l’uomo contemporaneo può correre: quello di dimenticare ciò che è accaduto. Nel “seme sotto la neve”, il romanzo di Pietro Spina, Silone dice: ”ho rappresentato i conflitti spirituali di un rivoluzionario in cui si agitano tutti i problemi della sua epoca”. L’utilizzazione della storia di uomini eroici nell’azione e onesti nel pensiero, come quella del nostro Silone, nelle scuole rappresenta una sorta di “passepartout” in grado di fare breccia nel muro dell’indifferenza che spesso nutrono le nuove generazioni per le discipline storiche. Lo studio della storia locale può motivare un adolescente semplicemente perché la narrazione dei luoghi e dei personaggi che ci circondano la sentiamo più vicina e quindi più coinvolgente. I ragazzi rimangono sbalorditi di fronte alla mappa dei campi di concentramento in Abruzzo e nella stessa Avezzano, increduli quando vengono a sapere delle terribili guerre combattute a quattro passi da casa loro eppure connesse a vicende nazionali ed internazionali, sconcertati dalle morti e distruzioni causate da eventi naturali catastrofici come quello del terremoto nella Marsica del 13 gennaio 1915.
Ricordare è un dovere affinché gli errori del passato siano un monito per il presente e per il futuro. Silone nei suoi numerosi scritti ha sempre espresso, ora in modo esplicito ora in modo velato, parole di condanna nei confronti della guerra, della violenza, della sopraffazione, della persecuzione e delle dittature per diffondere i valori di libertà, democrazia, rispetto della persona umana. Il suo intento pedagogico traspare in una lettera del 1968 con la quale risponde ad un gruppo di studenti di Hicksville negli Stati Uniti, compiacendosi che la sua opera abbia un valore anche per le nuove generazioni: “mi ha veramente commosso di sentire che a Hicksville un gruppo di ragazzi e ragazze sconosciuti, ha partecipato spiritualmente alle mie ansie e speranze di tanti anni fa. In questo modo l’unità della famiglia umana diventa una realtà”. Che queste parole siano un invito a visitare la terra di Silone nei suoi musei, e soprattutto nei luoghi della memoria per farne paese dell’animo.