Collelongo – Si è spento nella sua casa di Collelongo, l’artista Luciano Ventrone, fu scoperto da Federico Zeri, che lo definì “il Caravaggio del XX secolo” per le sue nature morte. Tra gli artisti italiani maggiormente conosciuti a livello internazionale, era dal 1995 che il pittore viveva a Collelongo.
Luciano Ventrone ha esposto nei più importanti musei e gallerie internazionali, da Roma a Milano, da Londra a Singapore, da New York a Mosca e San Pietroburgo.
Nasce a Roma nel 1942, frequenta il Liceo Artistico di Roma dove è allievo di Capogrossi e Turcato. Dopo il diploma conseguito nel 1964, si iscrive alla facoltà di Architettura che frequenterà sino al 1968, anno in cui decide di abbandonare gli studi per dedicarsi interamente alla pittura.
Per tutti gli anni ’70 sarà alla ricerca di uno stile pittorico, privilegiando sempre un grande rigore formale. Il momento di svolta è il 1980, anno in cui realizza opere ispirate a Caravaggio. Nel 1984 reinterpreta la celebre Canestra, che riempie però di frutta esotica. Da questo momento la natura morta sarà il soggetto prediletto da Ventrone. Inizialmente i frutti e gli ortaggi sono soggetti ad un violento processo di deformazione, poi abbandonato per quella luce “algida” che tanto colpiva Federico Zeri.
Fu infatti un articolo di Antonello Trombadori pubblicato su «L’Europeo» che induce lo storico dell’arte Federico Zeri ad interessarsi dell’artista suggerendogli di affrontare il tema delle nature morte. E’ qui che inizia la lunga ricerca sui vari aspetti della natura, catturando particolari sempre più dettagliati e quasi invisibili. Questa sua ricerca “dell’invisibile” ha destato l’attenzione di tutti i più importanti critici contemporanei ad iniziare da Zeri, ed a seguire con Soavi, Tassi, Bonito Oliva, Sgarbi, Di Capua, Trombadori, Zavoli, Lucie-Smith, Crespi, Buscaroli.