Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
Recensione del saggio "Ispettori ai monumenti e scavi nella Marsica" di Cesare Castellani nel Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria
Marsica – Sullo storico Bullettino della Deputazione abruzzese di Storia Patria, Annate CXII-CXIII (2021-2022), pubblicato a L’Aquila, alle pagine 269 e 270 il prof. Alessio Rotellini descrive...
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Aspetti della giurisdizione delegata nella Marsica durante il viceregno spagnolo e austriaco
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La grotta di Sant'Agata
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bcvff
Luigi Colantoni (1843-1925), canonico, vicario capitolare e ispettore ai monumenti
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I banditi Marco Sciarra e Alfonso Piccolomini
Banditismo e rivolte nel territorio marsicano (1587-1592)
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Le confraternite di Celano e i riti della Settimana Santa
Le sei confraternite di Celano, a distanza di secoli dalla loro fondazione, sono ancora attive ed operanti. Tutte sono titolari di una propria chiesa la cui cura e gestione rappresenta l’impegno...
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NECROLOGI MARSICA

Necrologi Marsica Carmine Chiuchiarelli
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Loreta Carusi
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La parola STREGA deriva dal latino “stiga”, il nome di un uccello notturno ritenuto una sorta di arpia o vampiro. Le origini della stregoneria risalgono al codice di Hammurabi, nel secondo millennio avanti Cristo. In questo codice sono riportate delle disposizioni contro quegli stregoni e maghi che avevano arrecato danni ad altri. Ma le tracce della stregoneria sono sparse in tutta la storia umana. Anche Omero la cita negli episodi sulla Maga Circe che trasformava i marinai in porci, e in Medea che lanciava il malocchio con intrugli che produceva mescolando diversi ingredienti.

La stregoneria ha avuto la sua massima esposizione nel Medioevo dove , durante i riti si faceva uso di potenti allucinogeni naturali. Le donne che erano particolarmente colpite dall’accusa di stregoneria erano le levatrici, le bambinaie, le cuoche e le guaritrici, donne che in genere potevano avere delle competenze e conoscenze particolari, quali l’uso delle erbe per la preparazione di unguenti e rimedi. La caccia alle streghe iniziò nel 400, e si intensificò nella seconda metà del 500. Alla fine del XVIII secolo la caccia alle streghe finì.

La stregoneria è però, ancora un fatto attuale, come ricordano le vecchie di paese. Ancora oggi ci sono donne in Abruzzo che usano le erbe per togliere malefici o per creare filtri d’amore. Le storie del passato abruzzese racconta dell’uso delle viole delle streghe, una pianta capace di dare allucinazioni e probabilmente usata dalle streghe. Si racconta di sabba, di persone nude che ballavano, si agitavano, gridavano e cantavano, per poi raggiungere uno stato d’impotenza fisica ed esaltazione mentale.

Nelle campagne abruzzesi succedeva tutto questo. E le persone avevano paura e sapevano di dover stare lontani da quei luoghi: c’erano le streghe, che con i loro riti faceva impazzire la gente, le facevano abortire o stare male, le facevano diventare delle marionette in loro potere. Le streghe preparavano unguenti che le facevano volare, in realtà erano solo viaggi psichici. E poi c’era la catalessi nella quale le streghe piombavano misteriosamente. Le nostre nonne ne stavano lontane, le spiavano, ammonivano le proprie figlie di non avvicinarle, a volte le cercavano per ricorrere ai loro intrugli.

E alla base di tutto c’era l’assunzione di campanelle bianche, comuni all’interno della regione. Era lo stramonio, del genere datura. Le origini dello stramonio vanno dall’America centrale, dove gli Aztechi ne utilizzavano le foglie e semi nel corso di riti religiosi, fino a noi, in Europa. La datura stramonium, «la yerba del diablo», «la viola delle streghe» è una pianta molto velenosa a causa dell’elevata concentrazione di potenti alcaloidi, presenti in tutta la pianta e principalmente nei semi. Ha proprietà narcotiche, sedative, ed allucinogene, utilizzate sia a scopo terapeutico che nel rituale magico-spirituale dagli sciamani di molte tribù indiane e, in passato, anche dai druidi e dalle streghe europee.

Gli effetti di un’assunzione incontrollata possono essere micidiali se associate ad alcool e psicofarmaci. Ingeriti bloccano le terminazioni nervose simpatiche del cuore e del cervello, dei muscoli lisci e delle ghiandole. Dalle allucinazioni, deliri, convulsioni a disturbi gravi della vista fino alla perdita di coscienza e morte. In tempi passati era usata per il suicidio e l’omicidio. La datura stramonium è pericolosa ed inoltre in grado di produrre febbre, dissenteria, colpi di calore, sete e sincopi. Il suo antidoto era considerato il succo di ribes. Di streghe in Abruzzo, come in tutte le regioni italiane, ce ne sono state tante. Non c’è paese che non abbia avuto la sua, non c’è vecchia eccentrica esperta di erbe che non sia stata additata come fattucchiera e temuta, fino a che non ce n’è stato bisogno.

Ma erano altri tempi, quelli in cui, la notte di Natale si faceva a gara per non essere l’ultimo ad uscire dalla chiesa, per non essere marchiato come stregone o strega. Oggi c’è un ritorno di questa figura, legata al successo di alcuni film e serie televisive. Si sono rispolverati libri e grande successo ha avuto nei giovanissimi la saga di Harry Potter. La magia ed i loro possessori hanno acquistato luce, perdendo quell’alone di terrore che da sempre l’accompagnava. Ma le streghe esistono? Sono davvero sparite? O come cita un film “Tremate gente, le streghe son tornate”.

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Roberta De Santi

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