Affinché ognuno di noi sia considerato una persona unica e necessaria al progresso civile e sociale della comunità la Giornata mondiale del personale sanitario si fa testimonianza edificante nella cultura della cura. Soprattutto in un periodo di emergenza pandemica il personale sanitario ha rappresentato per le famiglie colpite dal Covid-19 una speranza ragionevole per ritrovare la fiducia nella vita. Nelle corsie riservate ai contagiati, chiusi in un isolamento non solo fisico ma affettivo, l’operato di medici ed infermieri si è concretizzato in una relazione capace di rassicurare e consolare con una comunicazione ricca di “Empatia”.
Accompagnare nell’ultima fase della vita chi non ce l’ha fatta e chi ha perso tutto o quasi significa custodire per poi “Narrare” ai sopravvissuti la memoria dei sentimenti più autentici dell’animo. Come diceva Madre Teresa di Calcutta: “L’amore non vive di parole, né può essere spiegato a parole” ma si concretizza in gesti ed azioni caritatevoli. E ancora rispondendo a chi le chiese che senso avesse avvicinarsi amorevolmente ai moribondi rispose che nessuno deve lasciare questo mondo senza un sorriso “. Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso che dura un attimo ma il cui ricordo può essere eterno.” Il bene non va mai perduto. (…) Non potrai mai sapere le vite che hai toccato, le porte che hai aperto, il conforto che hai donato” (Charlotte Gray).
Pertanto è necessario nutrire gratitudine verso coloro che unendo alla professionalità senso di solidarietà, spirito di sacrificio e rispetto hanno cercato di trovare le strategie d’intervento più efficaci per alleviare la sofferenza non lasciandosi vincere dal pessimismo. Questa giornata nazionale del personale sanitario sarà un omaggio alla memoria di Gino Strada, il fondatore di Emergency scomparso il 13 agosto 2020 che ha difeso, sempre e ovunque, con generosità e passione la dignità di uomini e donne senza discriminazioni etniche, religiose e politiche: “Se siamo membri di una comunità, il diritto di essere curati è un diritto universale che ci appartiene come bene comune ed è conveniente per la società stessa che venga tutelato” (Gino Strada).
Se la scienza ci offre l’arma più forte per tutelare la salute prevalendo su ignoranza e pregiudizi spetta a tutti noi impegnarci ritrovando la cultura della responsabilità civile facendo ognuno la propria parte e offrendo esempi reali ai giovani. Alla dovuta e pienamente meritata riconoscenza verso il personale sanitario chiamato ad affrontare in questi lunghi e travagliati anni di pandemia momenti drammatici non solo dal punto di vista prettamente lavorativo ma personale e familiare, occorre aggiungere la preoccupazione della formazione dell’intelligenza dei giovani. L’emergenza educativa nel mondo globale deve tradursi nella fede nei valori come schemi di significato che diano valore alla vita propria e altrui tramite la “cultura della cura” dell’uno verso l’altro.
Sono convinta che sia doveroso e utile a tutti svolgere ognuno il proprio ruolo sociale unendo, come hanno dato esempio quasi eroico medici, infermieri e volontari, alla crescita scientifica e tecnica le risorse morali della solidarietà verso la grande famiglia umana. Per migliorare l’epoca terribile e affascinante in cui abbiamo avuto la sorte di vivere è necessario interrogare tutte le scienze dell’uomo: soprattutto psicologia, sociologia, pedagogia e filosofia. Tra tutti gli esseri viventi l’uomo soffre con il corpo la mente ed il cuore. Dedico al personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale ed al volontariato i versi del poeta turco Hikmet tratti dalla poesia “Lettera a mio figlio” perché non dimentichino mai che anche la poesia talvolta può salvare la vita.
Non vivere su questa terra
Come un inquilino
Oppure in villeggiatura
Nella natura
Vivi in questo luogo
Come se fosse la casa di tuo padre
Credi al grano al mare alla terra
Ma soprattutto all’uomo.
Ama la nuvola la macchina
Il libro
Ma innanzi tutto ama l’uomo.
Senti la tristezza
Del ramo che si secca
Del pianeta che si spegne
Dell’animale infermo
Ma innanzitutto la tristezza dell’uomo.
Che tutti i beni terreni
Ti diano gioia,
Che l’ombre e il chiaro
Che le quattro stagioni
Ti diano gioia,
Ma che soprattutto, l’uomo
Ti dia gioia.