Il Lago dei Cigni inaugura la XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate di Tagliacozzo

Il Lago dei Cigni inaugura la XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate di Tagliacozzo||
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Tagliacozzo – La XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, firmata da Jacopo Sipari di Pescasseroli, verrà inaugurata venerdì 28 luglio a Tagliacozzo, dal Balletto dell’Opera di Stato di Varna con l’opera più amata del binomio Čajkovskij Petipa.

Tutto pronto per la serata inaugurale della XXXIX edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate che aprirà, nella Piazza Duca degli Abruzzi di Tagliacozzo, venerdì 28 luglio, alle ore 21,30,  sulle punte col titolo più amato dei balletti russi e della coppia Čajkovskij Petipa, “Il Lago dei cigni”. 

Il direttore artistico del festival Jacopo Sipari di Pescasseroli, che ha firmato il cartellone, realizzato col patrocinio  del M.I.C, della Regione Abruzzo, della Città di Tagliacozzo, grazie alla aperta visione del Sindaco Vincenzo Giovagnorio e del suo Assessore alla cultura Chiara Nanni, della Banca del Fucino e della Fondazione Carispaq, unitamente a un tavolo di sponsor e prestigiose collaborazioni, ha affidato la serata inaugurale all’Opera di Stato di Varna, diretta da Daniela Dimova, e al suo Balletto, reduce dai fasti di Parigi, che proporrà la versione originale del 1877 con le classiche coreografie di Marius Petipa, Lev Ivanov, Alexander Gorsky, nella versione rivisitata da Sergey Bobrov, che ne firma anche la scenografia. Una versione filologica, quella di Bobrov, libera da tutte le incrostazioni della tradizione, un ritorno alla versione originale del compositore, che non viene eseguita in nessuna parte del mondo, ovvero con l’ordine musicale creato da Pëtr Il’ič Čajkovskij, invece che da Marius Petipa.

Il terzo atto sarà quello che risulterà maggiormente lontano dalla versione che tutti conosciamo, voluta da Petipa, dopo la morte del compositore. Dopo le uscite delle diverse pretendenti alla mano di Siegfried, compare una misteriosa ospite mascherata, che spesso non è inclusa nel balletto, esegue la danza russa. Siegfried poi danzerà un adagio con lei prima di offrirle un anello e scomparire. Ma la misteriosa sconosciuta, che non rivedremo più in seguito, non è Chinara Alizade, la Odette/Odile, ma Natalia Bobrova. Tuttavia, il principe torna con la Alizade per l’atteso Pas de deux du cygne noir che giustappone l’intrada tradizionale (sul pas de deux originariamente concepito per il primo atto) e le variazioni e la coda delle pagine create a posteriori da Čajkovskij per la ballerina Anna Sobreshanskaya (conosciuta oggi come Čajkovskij pas de deux di Balanchine). 

Nell’equilibrio fra i due atti bianchi, il secondo e il quarto, e i due di commedia, sta la bellezza del Lago dei Cigni, dove la più pura tecnica accademica dei solisti e degli insieme si sposa alla brillantezza delle danze di carattere. Il ruolo di Odette-Odile presuppone una completezza interpretativa ai limiti dell’umano: il cigno bianco è tutto fremiti, allusività di braccia, delicatezze di sentimento, mentre quello nero è fortemente scandito, vigoroso, possente. Con la protagonista danzerà Istvan Simon, che sarà il Principe Siegfried e un giovanissimo Pierre Gaston, impersonerà il malefico mago Von Rothbart. Cajkovskij utilizza un tema conduttore di sapore wagneriano (una frase del Lohengrin, “Mai devi domandarmi”) per sottolineare il clima del racconto e arricchisce la partitura di frasi melanconiche di rara bellezza, alternandole a brillanti ballabili.

Una situazione fonica che si traduce in un clima di allucinazione e di magia è il maleficio di Odile con i legni sarcastici ad inanellare le sue variazioni, fino alla Coda e i virtuosismi dei 32 fouettes. Un grande impegno è richiesto al corpo di ballo, sia maschile che femminile e a piccoli gruppi di danzatrici come al quartetto dei cignetti o del passo a tre e delle diverse danze caratteristiche, per calarci nel muto alfabeto della danza capace di comunicare col suo simbolo iridescente nella più assoluta libertà, dove il presente è più importante del passato, poiché lo reinventiamo e lo giudichiamo, guardando al futuro con occhi da profeta, incantandoci come la prima volta.

Prossimo appuntamento: martedì 1 agosto, ore 21.15 per l’inaugurazione della sezione sinfonica con il pianista Federico Colli e il trombettista Xhino Daja, prima parte dell’Orchestra dell’Opera di Tirana, ospiti dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese, diretta da Dian Tchobanov, per l’esecuzione del «Concerto per pianoforte con accompagnamento di orchestra d’archi e tromba» di Dmitrij Sostakovic n. 1 in do minore, op. 35. Seconda parte del programma dedicata al Gustav Mahler e alla Sinfonia n. 4 in Sol maggiore, nella trascrizione di Klaus Simon, che pone in risalto l’intimità della musica di Mahler mentre interiorizza il potere dei climax, avvicinando con intensità l’uditorio all’essenza di “Das himmlische Leben” su cui è costruita l’intera sinfonia.

Comunicato stampa

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