Il cammino della democrazia

La Democrazia (dal greco antico démos, “popolo”, krátos, “potere”) etimologicamente significa “governo del popolo”. Oggi ci si riempie la bocca di questa parola, si sbandiera in tutti i discorsi ed in tutte le salse ma pochi ne conoscono il vero senso e significato. Il cammino della Democrazia e della Costituzione è stato lungo, travagliato e come tutte le cose desiderate ardentemente è costato vite umane in tutti i secoli passati. La Costituzione è un patto solenne tra il capo dello Stato e i cittadini, che stabilisce i doveri ed i diritti di ciascuno.

Anticamente tutti i poteri appartenevano per diritto al solo re, il quale poteva scegliere dei collaboratori e nominare legislatori e giudici, ma aveva sempre il diritto di sostituirli quando voleva. Lo Stato era quindi praticamente governato dalla sola volontà del re. Con la Costituzione invece il re o capo dello Stato concede ai cittadini una parte dei suoi poteri, che i cittadini stessi esercitano per mezzo dei rappresentanti da loro eletti. Le più antiche forme di Costituzione risalgono ad alcuni statuti del Medio Evo, coi quali i sovrani concedevano ai loro sudditi determinati diritti e privilegi. Il primo più importante documento costituzionale fu la Magna Charta, emanata il 15 giugno 1215 dal re inglese Giovanni Senza Terra in favore dei baroni che gli si erano ribellati. Il re era impegnato con la Francia in una lunga guerra che aveva impoverito le casse dello Stato.

Trovandosi privo di mezzi, il re volle imporre al suo popolo nuovi tributi per poter continuare la lotta. Ma il popolo, insieme ai baroni, in cambio dell’aiuto richiesto, impose al re alcuni patti. Questi patti erano contenuti appunto nella Magna Charta con la quale il re cedeva alcuni poteri. Con questo importante documento il re cedette il potere legislativo e quello giudiziario. La Magna Charta è attualmente la Costituzione in vigore in Inghilterra. Altri statuti che limitavano i poteri del re furono concessi spontaneamente da alcuni sovrani europei nel Settecento, ma le prime vere Costituzioni moderne furono la Costituzione Americana del 1787 e la Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino proclamata in Francia nel 1789. Dopo la vittoriosa rivolta contro gli Inglesi, i cittadini delle tredici colonie inglesi d’America ottennero nella pace di Versaglia del 1783 il riconoscimento dell’indipendenza. I rappresentanti di questi 13 Stati liberi si riunirono nel 1787 per darsi una Costituzione.

Essi si proclamarono uniti in una Confederazione di Stati, detti appunto Stati Uniti d’America. Altri Stati si unirono ai trecidi diventando cinquanta. Nella Costituzione Americana il potere legislativo spetta al Congresso mentre il potere giudiziario è affidato alla Suprema Corte Federale. Il Potere esecutivo spetta al Presidente, eletto ogni quattro anni. Invece la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino fu votata in Francia dall’Assemblea Nazionale Costituente il 26 agosto 1789, durante la Rivoluzione francese.

I principi ai quali la Costituzione francese si ispira sono chiaramente espressi nel motto:”Libertà, Uguaglianza, Fraternità”. Anche nei diversi stati italiani i cittadini lottarono per ottenere dai vari sovrani la Costituzione finchè, nel 1848, in seguito ai moti rivoluzionari scoppiati in ogni parte d’Italia alcuni sovrani, primo dei quali il re di Sardegna Carlo Alberto, la concessero ai loro sudditi.

La Costituzione di Carlo Alberto, detta Statuto, fu poi estesa a tutto il territorio italiano man mano che la guerra del Risorgimento portarono i vari Stati a fondersi in un unico Regno. Lo Statuto di Carlo Alberto rimase in vigore fino al 1946, quando la monarchia decadde e sorse la Repubblica italiana. Purtroppo ancora oggi la lotta dell’uomo per i diritti non è finita e da qualche parte nel vasto mondo c’è gente che muore per la libertà, per l’uguaglianza e per la fraternità. . . . .Riusciremo un giorno a raggiungere un tale livello di civiltà da non dover più morire per un’ideale?

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