Tagliacozzo – Gli uni con gli altri, senza idee preconcette e senza processi che portino a compimento progetti, ma la comunitĂ per la comunitĂ e con quale destino? Mah… La risposta, a ciò, non c’è: questo lo spunto che incuriosisce e che il filosofo Jean – Luc Nancy, tramite il testo “La communautĂŠ dĂŠsoeuvrĂŠe”, dĂ a Giuseppe Armogida, filosofo a sua volta, nell’allestimento e cura della mostra collettiva “La comunitĂ inoperosa”, contenuto di altro caleidoscopio grandioso.
L’esposizione era insita, infatti, nella rassegna di arti figurative “Contemporanea Ventiventuno“, ottava edizione, inaugurata il 31 luglio scorso e diretta, con nota maestria, dall’artista avezzanese Emanuele Moretti; una iniziativa a sua volta facente parte del programma dello strepitoso “Festival Internazionale di Mezza Estate”, giunto alla 37esima edizione, del quale abile “regista” è il Maestro Jacopo Sipari. Scenario ma anche scrigno prezioso, le sale storiche del Palazzo Ducale di Tagliacozzo.
Seguiti dalla consulente artistica Arianna Sera, 33 sono stati gli artisti che hanno presentato le loro opere: alcuni di caratura nazionale ed internazionale, altri emergenti; tutti con il filo conduttore dell’essere contemporanei ed accomunati dalla voglia di fare, restando artisti “dentro” e protagonisti dei loro talenti personali senza sconfinare, eccedere o invadere, senza desiderio di supremazia e quindi… L’uno per l’altro. Un messaggio di lealtĂ attuale, “giovane” (che sa anche di un De Coubertin mai fuori moda: “l’importante è partecipare, non vincere!”), che dona vigore al giĂ forte senso d’aggregazione, rispetto e libertĂ dell’arte. Il bellissimo evento è stato sostenuto dal Comune di Tagliacozzo, dalla Fondazione per l’Arte Cinese in Italia e dall’Accademia di Belle Arti di Roma: il sindaco Vincenzo Giovagnorio, a riguardo, in piĂš occasioni si è detto entusiasta.
La mostra, visitabile gratuitamente, si è protratta oltre il 29 agosto (per la gioia dei tanti visitatori) ed è stata corredata da un catalogo degli elaborati pittorici, fotografati da Giorgio Benni, con l’introduzione del direttore Moretti, un testo critico del curatore Armogida ed un intervento della consulente Sera.