Fiume Liri e strada Simbruina, elementi strategici di sviluppo di un comprensorio dalle potenzialità inespresse, tutte da scoprire

Capistrello – Cosa accomuna il fiume Liri e la Strada Provinciale Simbruina Sp63? A parte il fatto che entrambi seguono in parallelo la Valle Roveto, l’uno scorrendo nel fondovalle, l’altra salendo sui monti Simbruini, sulla parte ovest della vallata?

Tutti e due, sono elementi di grande attrattività naturalistica e ambientale, dalle notevoli potenzialità turistiche. Quante volte si sono ascoltate affermazioni di questo tenore, nei convegni a tema o in certe sedi istituzionali? «Non riusciamo capire come si possa lasciare una strada così bella in queste condizioni di abbandono e addirittura chiuderla.»

Queste le parole di uno dei componenti del gruppo di motociclisti provenienti dalla Puglia, che nella mattinata di domenica 4 ottobre, si erano fermati all’affaccio del Nido delle Aquile sulla SP63, suggestionati dalla struggente bellezza del paesaggio ma anche un po’ scoraggiati nel vedere frane e smottamenti lungo la strada.

Senza scomodare Marcel Proust, “Alla ricerca del tempo perduto” potrebbe essere il titolo di un seminario sulle potenzialità inespresse del territorio. Certamente le criticità legate ai ricorrenti fenomeni di inquinamento del fiume, e l’ignavia istituzionale che relega da anni la strada Simbruina a un irritante oblio, non possono essere ascritte solo all’indolenza della politica e delle istituzioni, ma anche l’indifferenza dell’opinione pubblica.

Per fortuna, da qualche tempo, grazie all’opera di sensibilizzazione di molte associazioni ambientaliste locali, una maggiore consapevolezza sta maturando su questi temi, e sono sempre di più le persone, che si sentono investite del dovere civico di controllare ciò che accade sul territorio, denunciando i reati ambientali e i fenomeni di illegalità.

La scorsa estate, sono state proprio le denunce delle associazioni e di privati cittadini, a portare all’attenzione dei media il problema dell’inquinamento del fiume Liri, chiamando in causa le istituzioni, a ogni livello. Da ciò sono scaturite interrogazioni parlamentari e iniziative della Regione Abruzzo che hanno portato a campagne di monitoraggio mirate, sulla qualità delle acque del fiume.

Gli stessi sindaci dei paesi aderenti al contratto di fiume si sono riuniti più volte, durante l’estate, per dare concretezza e attuazione allo strumento del contratto di fiume, e infatti, proprio il prossimo 9 ottobre, alle 16.00, è convocata a Morino, un’assemblea alla quale parteciperanno tutti i portatori di interesse per l’attivazione del forum istituzionale.

Quasi in contemporanea, i sindaci di Capistrello e Filettino, ovvero i due comuni collegati dalla SP63 Simbruina, hanno fatto sapere di aver scritto una lettera alle rispettive regioni, Abruzzo e Lazio, per chiedere che la gestione dell’arteria stradale venga tolta alle Provincie e affidata all’Anas.

Anche la Provincia dell’Aquila, per quel che è il suo tratto di competenza, ha informato l’opinione pubblica di aver richiesto alla Regione Abruzzo, di considerare il passaggio della gestione della strada all’Anas, così come hanno fatto i sindaci. Certo, per ora si tratta solo di richieste formali, a cui dovranno seguire risposte altrettanto formali.

In ogni caso, che facciano prima i sindaci, o riesca prima la provincia, poco importa, l’importante è perseguire il risultato. Una frase attribuita al leader cinese Deng Xiaoping, suonava più o meno così. «Non importa che il gatto sia nero o bianco, l’importante è che prenda il topo.»

 

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