Avezzano – Il CRUA (Consorzio di Ricerca Unico d’Abruzzo) è stato ammesso alla fase 2 della manifestazione di interesse per la candidatura di idee progettuali da finanziare per la creazione di ecosistemi di innovazione nel Mezzogiorno. In ballo ci sono 12 milioni di euro, dell’Agenzia per la coesione territoriale, con cui il partenariato composto da Regione Abruzzo, Comune di Avezzano, Università degli studi di Teramo, Istituto Zooprofilattico di Teramo, Polo agire e Consorzio ITQSA punta a riqualificare e rifunzionalizzare il sito e rilanciare la ricerca in ambito agroalimentare. Obiettivo finale: poter contare su una realtà di assoluta eccellenza nel cuore dell’Abruzzo che dia nuova vita al CRUA proiettandolo nel ruolo di centro di ricerca più importante nel raggio di 500 km, nel settore agroambientale. Traguardo finale fissato al 25 marzo per sapere se la proposta del partenariato salirà sul podio degli interventi finanziati, ma già si tratta di un risultato importantissimo: il progetto del CRUA ha superato, nel primo step la concorrenza di altre 93 idee progettuali provenienti da tutto il centro-sud Italia, ed è tra i 177 ammessi alla seconda fase. La vicenda che offre prospettive davvero significative è stata al centro di un incontro, tenutosi oggi nel municipio di Avezzano, tra l’amministratore unico Rocco Micucci, il vicesindaco della città Domenico Di Berardino, il dirigente ai lavori pubblici Antonio Ferretti e l’Assessore Comunale all’agricoltura Patrizia Gallese.
Con i nuovi fondi, il CRUA diventerebbe un sito strategico la creazione e la diffusione di innovazione tecnologica grazie ad una struttura completamente rinnovata e con l’aggiunta di un innovativo incubatore di impresa in cui le aziende potranno condividere spazi, attrezzature informatiche, servizi di sviluppo del business, attrezzature ad alta valenza tecnologica e conoscenze ormai consolidate nel settore agroambientale.
Nel dettaglio, la proposta progettuale prevede l’acquisto di attrezzature scientifiche per la ricerca operativa nel settore della valorizzazione degli scarti e sottoprodotti della produzione, per le componenti di interesse nutrizionale o salutistico ma anche per operare nella riduzione dell’inquinamento ambientale, attraverso la produzione di microrganismi e biomolecole per applicazioni agronomiche o per il monitoraggio delle acque potabili e da irrigazione o per la prevenzione della contaminazione da sostanze pericolose (chimiche, biologiche).Tra gli ambiti di azione, si include anche il settore della qualità degli alimenti e del benessere ambientale.
“Insomma- come sottolineato dall’assessore Regionale all’agricoltura Emanuele Imprudente – si tratterebbe di un vero e proprio volano per le imprese della Regione Abruzzo che potrebbero contare su un significativo vantaggio tecnologico e competitivo e dell’occasione, attesa da tempo, di rimettere in gioco e stabilizzare i ricercatori attualmente in forza al CRUA e far crescere tutte le risorse umane del partenariato con un’azione di reskilling e upskilling”.
Sempre Imprudente parla di “svolta possibile per il CRUA nel segno dell’innovazione e dell’apertura di nuovi mercati” mentre l’assessore Patrizia Gallese del Comune di Avezzano sottolinea il “lavoro di squadra svolto con la Regione e quello dell’amministratore unico Rocco Micucci grazie al quale si può sperare in una nuova fase nella vita del centro di ricerca, con riflessi fondamentali sull’occupazione nel nostro territorio. Un aspetto su cui l’amministrazione Di Pangrazio ha puntato da sempre e che raccoglie favori e speranze del mondo agricolo”.