Avezzano – Con la ricorrenza dei 150 anni trascorsi dal decreto “Quemadmodum Deus”, con cui papa Pio IX, l’8 dicembre 1870, ha dichiarato San Giuseppe patrono della Chiesa Cattolica, Papa Francesco ha indetto uno speciale anno in onore del santo, iniziato proprio lo scorso 8 dicembre, e che terminerà l’8 dicembre 2021.
Con questa occasione, una fedele appartenente alla parrocchia dello Spirito Santo di Avezzano, spinta da devozione verso il santo, ha scelto di compiere il gesto generoso di donare a questa chiesa un’opera a lui dedicata.
Il dipinto, in stile bizantino, è stato riprodotto su una tavola in legno di betulla, arricchito da foglie in oro zecchino, con piccole parti in rilievo rifinite in madreperla, e raffigura il volto di San Giuseppe con in braccio il bambino.
Realizzata da Patricia Mabel Rossetti, l’opera va ad aggiungersi ad altre realizzate e anche donate dalla stessa artista, e verrà benedetta domenica 13 giugno da don Antonio Salone, parroco della chiesa dello Spirito Santo.
L’artista, di origine argentina ma avezzanese di adozione da ben 38 anni, nonostante i numerosi impegni professionali, tra cui recentemente la partecipazione alla Biennale Arte Internazionale di Roma, presso il Museo Domiziano a Piazza Navona, dal 7 al 16 maggio 2021, ha sempre dedicato con passione il suo tempo alla realizzazione di lavori destinati alla chiesa dello Spirito Santo, cui è particolarmente legata.
Una vita artistica piena e ricca di soddisfazioni quella di Patricia, fatta di lavori e collaborazioni importanti, mostre in Italia e all’estero, riconoscimenti.
“Nella chiesa dello Spirito Santo, di cui faccio parte anche attraverso la confraternita, sono diverse le cose che ho realizzato, in parte commissionate e in parte donate da me”, spiega Patricia, che prosegue: “Tra queste ci sono alcune opere all’interno della sagrestia, il crocifisso che si trova al di sopra dell’altare e l’icona che viene portata in processione durante la Pentecoste. Ho invece ideato e disegnato la croce di acciaio posta sopra il tetto, dal momento che questa chiesa era l’unica a non avercela ancora”.
Conclude infine: “Si può dire che oltre alla mia arte, qui ho lasciato anche il mio cuore”.