Avezzano. «Perché l’iPhone del sindaco lo ha pagato un dirigente comunale?».
E’ questa la domanda che il consigliere d’opposizione, Mariano Santomaggio, ha presentato al primo cittadino, Gianni Di Pangrazio in un’interrogazione di giugno.
Un’interrogazione a cui è seguito un sollecito ad agosto.
Secondo il sindaco Di Pangrazio la dirigente Ottavi avrebbe avuto un rimborso per contanti pari al costo del telefonino diventato ormai una specie di “mela del peccato” che ha inasprito i toni tra maggioranza e opposizione, già numerose volte.
La Ottavi, nella risposta fatta dal sindaco all’interrogazione, sottoscrive che quello che dice il sindaco è vero.
Nonostante la vicenda del cellulare Apple (iniziò a dicembre 2014 con un acquisto del cellulare fatto dal Comune di Avezzano in un negozio di Civitella Roveto, che ne aveva immediata disponibilità al costo di 839 euro e 20 centesimi) sia stata presa come esempio negativo da Maurizio Stanco, procuratore regionale della Corte dei Conti dell’Aquila, che annunciò che quella spesa fu illegittima (tanto che i soldi sono stati restituiti), il primo cittadino non ha mai avuto cura di “ammettere” di aver “sbagliato”.
Nell’interrogazione al sindaco, Mariano Santomaggio ha polemizzato su come il denaro sia stato rimesso nelle casse del Comune, in contanti.
Fatto sta che per transazioni di questo tipo è assolutamente vietato l’uso del contante. I contanti, infatti, non possono essere utilizzati nelle transazioni tra dirigenti pubblici, pubblici ufficiali, e figure analoghe, per acquistare merce o per pagare eventuali creditori.
Per liquidare un creditore, come in questo caso, per liquidare l’eventuale credito della Ottavi nei confronti del sindaco, è assolutamente obbligatorio utilizzare le forme di pagamento tracciabili.
L’interrogazione di Santomaggio: