Cani abbandonati con ferite al collo causate dall’asportazione del microchip

Sembra che l’abbandono di animali, soprattutto gatti e cani, non abbia mai fine. Ultimamente, però, oltre all’abbandono di cani per strada o in zone periferiche, si sta diffondendo anche un’altra crudele abitudine, quella di lacerare la pelle dell’animale per asportare il microchip identificativo. Alcuni cani da caccia, come denunciano diversi utenti via Facebook, di recente, sono stati ritrovati a vagare con delle ferite al collo.

Dopo alcuni controlli medici, è stato possibile ipotizzare che i tagli inferti agli animali siano stati causati da persone che hanno rimosso il chip sottopelle per poi abbandonare l’animale. Il microchip serve a registrare il cane e il suo proprietario presso l’anagrafe regionale canina: l’iscrizione va fatta presso un veterinario della Regione in cui risiede il proprietario.

L’anagrafe regionale canina è un database che contiene i dati principali del cane e del suo proprietario. Il microchip è stato pensato, tra le altre cose, proprio come strumento utile contro gli abbandoni. Eppure c’è chi, forse sentendosi più furbo, ferisce il proprio cane pur di rimuovere questo strumento per non essere rintracciato dopo l’abbandono. Vale la pena ricordare che abbandonare un animale è un reato in base all’articolo 727 del Codice penale che recita: “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze“.

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