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A24-A25 Amministratori locali sempre in prima linea ma il problema non è solo il caro pedaggi

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Avezzano – Mattinata impegnativa quella di sabato scorso, per i sindaci e gli amministratori di Lazio e Abruzzo, impegnati a sensibilizzare l’opinione pubblica sul pesante aumento dei pedaggi che rischia di abbattersi sugli automobilisti e gli autotrasportatori che percorrono le autostrade abruzzesi.

Allo stato attuale, per la A24 e la A25, il Piano Economico Finanziario resta una chimera, mentre gli investimenti sulla sicurezza di tutta la rete autostradale, al netto dei lavori già in corso, sono al momento, soltanto una mera voce contabile ancora da finanziare.

Nel frattempo, i presidi promossi nei caselli, lungo le autostrade, hanno avuto un buon riscontro di partecipazione. Molti i parlamentari, i consiglieri regionali e provinciali che si sono fatti vedere al fianco dei sindaci a distribuire volantini contenenti le rivendicazioni degli amministratori di Lazio e Abruzzo.    

«Finalmente, dopo oltre quattro anni, tutti si sono accorti dell’importanza della battaglia che, gli oltre cento Sindaci stanno conducendo quasi in solitaria. I Sindaci, sono grati ai Parlamentari per la loro presenza ai caselli. Alle parole ora devono seguire i fatti! Vogliono risposte concrete alle numerose lettere inoltrate, pretendono riscontri alle loro istanze che, da quattro anni, instancabilmente continuano a proporre.»

Questo il passaggio saliente del comunicato stampa diffuso dal comitato degli amministratori delle due regioni. Il dato che lascia riflettere, è l’enorme lasso di tempo, più di quattro anni, come dicono i sindaci, senza che il tema della sicurezza e del caro pedaggi abbia trovato spazio nell’agenda dei vari governi, di ogni colore, che nel frattempo, si sono succeduti alla guida del paese.  

A tal proposito abbiamo provato a capirne di più parlando con Alfonsino Scamolla, uno dei principali animatori del comitato di Sindaci e Amministratori che sin dalla prima ora è stato fra i rappresentanti delle istanze del territorio nei numerosi incontri che in questi anni si sono svolti con vari Governi, Ministri, funzionari dello Stato e non ultimo, il concessionario.

Lei ha seguito la vicenda del caro pedaggi, sin dall’inizio, quando era consigliere provinciale. Continua a seguirla ancora oggi da amministratore del suo comune, Pescina, seppur dai banchi dell’opposizione. Che commento fa della giornata di sabato?

Dal punto di vista dell’attenzione da parte delle istituzioni centrali, abbiamo senza dubbio centrato l’obiettivo. Mai come questa volta si sono visti così tanti parlamentari ai caselli, sia sul versante laziale che su quello abruzzese. Diversi anche i rappresentanti della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila. Questa deve essere una costanza. Solo uniti e studiando il problema si può provare ad ottenere il risultato.  

Crede che il famigerato Piano Economico Finanziario riuscirà a vedere la luce entro giugno? Prima che scattino i rincari?

Sinceramente sono molto scettico. Ho la sensazione che il gestore dell’autostrada voglia tirarsi fuori dai giochi perché senza chiarezza sugli investimenti pubblici, di cui tanto si è parlato per la messa in sicurezza di A24 e A25, è naturale che un’azienda privata rimetta in discussione il proprio impegno su progetti ancora tutti da chiarire.

Cos’è che le fa pensare questo?

Faccio un passo indietro. Oggi il PEF è competenza di un commissario ad acta, il dottor Sergio Fiorentino, dirigente dell’avvocatura di Stato, nominato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in sostituzione della dottoressa Maria Barillà, sempre di nomina della Presidenza del Consiglio, dopo che il Ministero dei Trasporti era stato esautorato da una sentenza del Consiglio di Stato che aveva accolto il ricorso di Autostrada dei Parchi proprio per la mancata approvazione del PEF entro il 30 ottobre del 2019.   

Vada avanti.

Il fatto è che Fiorentino, ha presentato un PEF per interventi di natura ordinaria, dove si parla solo di investimenti per la manutenzione e la gestione. Un piano che fra l’altro, prevede un aumento dell’ordine del 10-15% delle tariffe, mentre non vi è alcun accenno a investimenti infrastrutturali che sono quelli dove presumibilmente si trovano gli utili. Per questo probabilmente non c’è l’accordo fra il governo e il gestore. 

A questo punto cosa può succedere?

Lo Stato potrebbe revocare la concessione alla Società Strada dei Parchi ma questo avrebbe un costo enorme per le casse pubbliche perché la concessione è valida in forza di un contratto che scade nel 2031.

Cosa vorrebbe dire in termini economici?

Vuol dire fare una rescissione a danno con risarcimento da parte dello Stato al Gestore che, per i 9 anni che restano, prima della scadenza del contratto, pare sia stato quantificato a ben 4 miliardi di euro, che magari in sede di trattativa possono ridursi e portate ad un accordo. In ogni caso resta il fatto che se anche trovassero l’accordo per un’uscita a 2-2,5 miliardi, l’onere ricadrebbe sempre sulle spalle del contribuente. Se finisse così a quanto dovranno arrivare le tariffe dei pedaggi? 

Supponendo lo Stato paghi i 2,5 miliardi a Autostrada dei Parchi per tirarla fuori, poi, chi gestirà la A24 e A25?

Una risposta si può trovare nel decreto infrastrutture, che prevede la costituzione di una nuova società, una Newco, controllata dal MEF e dal MIMS. Il decreto prevede che nella start-up vengano conferiti 52 milioni di euro per la gestione delle autostrade statali in regime di concessione mediante affidamenti in house.

Quindi una nuova società statale per gestire le autostrade.

Inoltre non dimentichiamo che appena un anno fa si era parlato dell’interessamento di un fondo d’investimento. Insomma la questione è molto più articolata di quanto sembra. Resta il fatto che il PEF va comunque presentato.

Ma se è vero, come è vero, che la A24 e la A25 hanno estremo bisogno di essere messe in sicurezza, perché non si provvede a licenziare un PEF che metta in conto, oltre che le attività ordinarie di gestione e manutenzione anche quelle straordinarie di ricostruzione dei viadotti e dei tratti più a rischio?

Questa è la domanda delle cento pistole! È proprio qui che non si riesce a capire perché, accertata l’urgenza della messa in sicurezza delle infrastrutture, si continui ancora a tergiversare. A questa domanda dovrebbero rispondere ben 4 Ministri di altrettanti governi, quelli che si sono succeduti in questi ultimi anni. Del Rio, Toninelli, la De Micheli e ora Giovannini. Loro dovrebbero rispondere.

Di quelli che si sono occupati della questione, a parte rimandare l’aumento delle tariffe, quanti hanno realmente agito in termini legislativi per risolvere il problema?

È stato solo un continuo rimandare il problema con soluzioni tampone. Nessuno che abbia mai proposto una strategia di lungo termine che rispondesse alla domanda: Le autostrade abruzzesi, lo Stato, le vuole gestire in proprio oppure no?  Parla il dirigente del Ministero, e dice di no, parla la segreteria del Ministro e dice di sì. Già fra di loro, all’interno dello stesso Ministero non c’è chiarezza di vedute. Poi ci si meraviglia che su questo tema, siano stati nominati tre Commissari dal Governo.

Quindi attualmente, sulle autostrade abruzzesi, il Ministero delle infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, non tocca palla.

Sulle autostrade abruzzesi abbiamo ben tre commissari nominati da Draghi: il dott. Fiorentino per il PEF, l’ingegner Corrado Gisonni per la messa in sicurezza del sistema idrico della galleria del Gran Sasso e il dott. Marco Corsini per la messa in sicurezza dell’intera rete A24 e A25, che ha sostituito recentemente l’ingegner Maurizio Gentile.

Come se la spiega tanta lentezza, nonostante la nomina dei commissari, e nonostante la A24 e A25 siano classificate come opere di rilevanza strategica nazionale in quanto unica infrastruttura logistica che collega il Tirreno all’Adriatico nel centro Italia.

In una riunione in prefettura a Roma, poco prima della pandemia si discusse proprio dell’importanza della nostra rete autostradale dal punto di vista strategico. La nostra tratta è considerata strategica a livello di Protezione Civile.  In quella circostanza si disse che si sarebbe dovuto provvedere a dotare l’autostrada di piazzole, piccole eli-superfici che consentissero l’atterraggio di elicotteri. Lei le ha mai viste?

A questo punto come se ne esce?

Non se ne esce se non con una soluzione chiara. Qualsiasi essa sia. Noi, come comitato dei Sindaci e Amministratori vigileremo affinché non si seguano scorciatoie facili, come quella di scaricare sui cittadini gli oneri derivanti da anni di inefficienze scarsa capacità di programmazione. A pagare non possono essere sempre i soliti.  

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Alfio Di Battista

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