In Abruzzo, come sta succedendo nel resto della Penisola, le temperature sopra la norma di questo febbraio anomalo hanno risvegliato in anticipo le api presenti sul territorio regionale che sono state ingannate dalla finta primavera.
E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti sugli effetti di un inverno molto caldo con una temperatura che fino ad ora è stata in Italia superiore di 1,65 gradi la media storica, secondo le elaborazioni su dati Isac Cnr relativi ai mesi di dicembre e gennaio.
“Si tratta di una situazione anomala che in Abruzzo coinvolge un patrimonio apistico di oltre mille apiari per un totale di circa 40mila alveari e 700 apicoltori con una produzione destinata al 21 per cento all’autoconsumo e il 79 per cento al mercato per un valore complessivo di 4-5 milioni di euro l’anno”, così afferma Coldiretti Abruzzo.
Continua dicendo: “Le temperature sopra i 15 gradi hanno fatto uscire le api dagli alveari attirate dai primi fiori spontanei per prepararsi alla ripresa del loro prezioso lavoro primaverile di bottinatura ed impollinazione. Ora, però, il rischio è che eventuali ritorni di freddo possano far gelare i fiori e far morire parte delle api dopo una delle peggiori annate per la produzione di miele in Italia”.
Ma, tralasciando le preoccupazioni per gli “insetti utili”, il clima troppo mite incide anche sui parassiti alieni con le alte temperature che favoriscono la sopravvivenza della cimice asiatica, l’insetto killer dei raccolti che è arrivato dall’Asia ed ha devastato i campi e i frutteti di 48mila aziende in Italia, con un danno che nell’ultimo anno ha superato i 740 milioni di euro a livello nazionale. Nelle campagne italiane il clima anormale ha dato problemi alla natura con piante in fiore e allarme siccità.
Si sono anche verificate fioriture anticipate delle mimose e iniziano a sbocciare le piante da frutto. In Abruzzo sono in fase di risveglio, con un anticipo di circa un mese, le pesche, mentre sono già fioriti mandorli e susine e sui banchi dei mercati agricoli arriveranno in anticipo carciofi, pomodori e fragole. L’andamento anomalo di questo inverno conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola nazionale, strutture e infrastrutture. (M. Maggi)