CAPISTRELLO – Il recente evento che ha visto la ProLoco di Capistrello inaugurare la nuova “Grande Panchina“, ha viso la partecipazione di numerose persone, dai bambini agli anziani, dimostrando quanto profondamente questo nuovo spazio sia già apprezzato dalla comunità.
“La sua particolarità, non sta’ nelle dimensioni fuori scala, ma nel contesto, nelle condizioni di realizzazione e logistiche.
Devono essere poste in un punto panoramico, su un terreno accessibile al pubblico , deve rispettare le dimensioni del progetto e soprattutto non devono essere realizzate con fondi pubblici”, ha dichiarato il presidente della ProLoco.
“Questa Panchina, offre ai visitatori un panorama mozzafiato sulla città di Capistrello e su tutta la Valle Roveto e la Valle Nerfa. Il sito verrà comunque ampliato con bacheche illustrative del panorama, e verranno creati percorsi ad OC per raggiungere questo sito.
Con questa manifestazione intendiamo consegnare alla città di Capistrello un luogo immerso nella natura, lontano dai rumori, dove poter trascorrere momenti di tranquillità, serenità e benessere”.
“Siamo estremamente soddisfatti di questa realizzazione e della straordinaria partecipazione da parte di tante persone che ci hanno supportato. Nell’ occasione vorrei ringraziare i padroni di casa, ( l’Amministrazione Comunale che ci ha fornito tutto il supporto burocratico e logistico).
Le ditte EDILFAN e MECAB e la Falegnameria SALUSTRI ALESSIO che si sono occupati della realizzazione e messa in opera.
In pochissimo tempo abbiamo già timbrato i primi passaporti ai visitatori che ci hanno raggiunto da Roma, Perugia e Terni . La celebrazione e’ stata presieduta da Don Antonio Sterpetti e dal Sindaco Ciciotti con tutta l’Amministrazione”.
Durante l’evento, la ProLoco ha anche offerto un ricco buffet a tutti i presenti, consolidando il senso di comunità e festa.
“Questa non è solo la panchina della ProLoco o del Comune, ma è la panchina di tutti i Capistrellani e come tale deve essere considerata e mantenuta,” ha ribadito il portavoce, sottolineando il carattere inclusivo e di appartenenza dell’opera.

