Marsica. Le faggete vetuste del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sono entrate nella lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.
Lo comunica Vincenzo Vitale presidente regionale di CNA Turismo & Commercio, che continua “Il riconoscimento è partito lo scorso 7 luglio da Cracovia, durante i lavori della 41^ sessione della Commissione per il World Heritage, o Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, che ha deciso di estendere il riconoscimento già attribuito alle faggete dei Carpazi a quelle di altri siti europei” Il Belpaese entra nella rete transnazionale con 10 siti dei 63 proposti, ognuno dei quali è stato selezionato per la sua unicità biologica ed ecologica, come elemento caratterizzante di un aspetto della rete continentale, la cui diversità naturalistica complessiva costituisce il vero patrimonio da salvaguardare. Dei 10 siti italiani con valore ecologico di rilievo globale, 5 sono abruzzesi. Le faggete del Pnalm dove sono stati trovati i faggi più antichi d’Europa, pari a 937 ettari, sono quelle di Val Cervara a Villavallelonga, Moricento a Lecce nei Marsi, Coppo del Morto e Coppo del Principe a Pescasseroli e Cacciagrande a Opi. In alcuni casi, ci sono alberi vivi da più di 500 anni. Tutti i comuni interessati ricadono nella Provincia dell’Aquila. I distretti della Marsica e dell’Alto Sangro possono vantare di avere sui propri territori dei siti naturali di assoluto pregio mondiale.
“È il momento di celebrare questa nomina e di darle risalto, anche sui media” continua Vitale “con dibattiti, convegni, nuove iniziative naturalistiche, turistiche e commerciali, magari legate all’ambiente, al benessere, allo sport e all’alimentazione, in un mix che coinvolga imprese private e istituzioni pubbliche. Tutti insieme, per la bellezza del creato. Compresi artigiani e piccole imprese. Bisogna crederci, col tempo i risultati arrivano. Ma ora si deve farne tesoro”. “Le faggete patrimonio Unesco diventano motivo di orgoglio per chi vive in Abruzzo” conclude il Presidente Vitale “e un vanto per tutti coloro che possono essere accolti come turisti in questa parte d’Italia, negli ultimi tempi ingiustamente bersagliata da pregiudizi negativi. È anche un’approvazione al lavoro nel tempo portato avanti per anni dal Pnalm, dall’Università della Tuscia, dalle comunità locali, da Regione Abruzzo e dal Ministero dell’Ambiente, che hanno organizzato e sostenuto i progetti portandoli all’attenzione dell’Unesco. La nomina rappresenta un’indicazione utile anche alle attività produttive locali, affinché si investa sul territorio e in modo pulito”. Antonio Carrara, presidente Pnalm, ha espresso soddisfazione per il lavoro di squadra che viene da lontano. Antonio Di Santo, presidente della Comunità del Parco, ha commentato: “grazie a tutti coloro che con passione e determinazione hanno reso possibile questo straordinario successo”. L’ingegnere forestale Carmelo Gentile, uno degli esperti dell’ente Parco che si è adoperato per seguire le candidature, ha attestato: “abbiamo foreste praticamente vergini, che per l’Italia è quasi impossibile”. Il WWF Abruzzo ha giudicato positivamente il traguardo prestigioso per i territori del Parco d’Abruzzo entrati nei siti Unesco, con cui si potranno avere “nuovi canali di promozione turistica responsabile, basata sul rispetto e sulla conoscenza di habitat tanto pregiati e rivolta a un pubblico sensibile e attento che cerca proprio ambienti naturali integri e tutelati”. Ma attenzione, il riconoscimento non sarà permanente. Per il futuro, bisognerà curarsi del territorio e meritare il prestigio. A questo scopo, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte!