Avezzano – La “Giornata Nazionale della Biodiversità Agraria” si è tenuta nella giornata del 25 maggio presso l’istituto di Istruzione Superiore “Arrigo Serpieri” di Avezzano.
Un evento, come si legge nella locandina pubblicata sul sito della Regione Abruzzo, interamente dedicato alla biodiversità animale e vegetale di interesse agrario e alimentare.
Presente Emanuele Imprudente, Vice Presidente della Giunta Regionale nonché Assessore all’Agricoltura che toccando diversi punti, ha spiegato agli studenti la potenzialità delle azioni di intervento della Regione Abruzzo tutte orientate alla tutela e salvaguardia della Biodiversità, che deve essere vista anche come opportunità di impiego per le future generazioni di addetti ai lavori.
Tra gli interventi dei numerosi relatori particolare attenzione al contributo del Prof. Augusto Carluccio , responsabile del Dipartimento di Ostetricia-Ginecologia e Riproduzione Animale oltre che Direttore dell’Ospedale Veterinario didattico dell’Università di Teramo presso la Facoltà di Medicina Veterinaria, che in pochi minuti è riuscito a tracciare un percorso chiaro delineando i motivi ed i principi per i quali la conservazione della biodiversità è prima di tutto un dovere atto a preservare un patrimonio dell’umanità.
Interessanti i collegamenti storico-geografici che da sempre legano l’Abruzzo con la Puglia grazie alle pratiche tradizionali della Transumanza che oltre ad una funzione prettamente allevatoriale, oggi assurge a Patrimonio Immateriale dell’Unesco.
Per capire a fondo il legame anche a livello di specie, fondamentali i documenti prodotti durante la presentazione dal Prof. Carluccio gentilmente concessi dal Dott. Luca Pastore erede della Masseria Chiancone, memoria storica della razza asinina di Martina Franca.
L’Istituto di Incremento Ippico di Foggia fin dai primi anni 30 (nel video al minuto 3:09) affidava stalloni di razza Marina Franca per migliorare la produzione asinina autoctona e per favori l’allora sostanziale produzione mulattiera.
Cappadocia e Pietralta, così come pure tutte le zone dell’Appennino centrale ancora oggi teatro di pratiche di esbosco esclusivamente con produzioni mulattiere da soma.
Come ha giustamente sottolineato il Dott. Francesco Di Girolamo, Preside dell’Istituto Serpieri nella fase di apertura, proteggere la biodiversità significa dare valore alla vita.