Avezzano – Si terrà il prossimo 24 giugno l’udienza predibattimentale a carico di Andrea Leombruni, accusato dell’uccisione dell’orsa Amarena. Secondo il decreto di citazione diretta a giudizio emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Avezzano, Leombruni dovrà rispondere dei reati di uccisione di animale e pericolo per la pubblica incolumità. 

L’imputato è accusato di aver “volontariamente cagionato la morte dell’orsa esplodendo un colpo di fucile con munizionamento artigianale. L’accusa contesta l’aggravante di aver agito con crudeltà, sottolineando “l’assenza di valida giustificazione nelle modalità” e la sproporzione rispetto alla tutela di “alcuni volatili presenti nel pollaio”. Inoltre, viene evidenziata la presenza dei due cuccioli dell’orsa, “ancora non autosufficienti”, la cui eliminazione sarebbe rientrata nella volontà dell’imputato. 

Oltre all’uccisione dell’orsa, Leombruni deve rispondere del reato di pericolo per la pubblica incolumità. L’accusa sostiene che l’esplosione del colpo di fucile “all’interno delle pertinenze della propria abitazione, ma comunque all’aperto ed in luogo comunque accessibile a terzi ed in direzione di luoghi pubblici ed abitati, con traiettoria ad altezza d’uomo, e con proiettile ad alta offensività, creava pericolo per la pubblica incolumità.” 

Nel procedimento penale sono numerose le parti offese, tra cui il Parco Nazionale d’Abruzzo, il Comune di San Benedetto dei Marsi e diverse associazioni animaliste.

L’imputato è difeso dagli avvocati Bernardino Terra e Stefano Guanciale. Alcune delle parti civili sono assistite dagli avvocati Leonardo Casciere, Pasquale Milo, Crescenzo Presutti, Mario Flammini, Luciana Lisciani e Chiara Tozzoli.