Abruzzo – Sono state tre le udienze che porteranno a una sentenza di primo grado sulle responsabilità in merito alla tragica vicenda di Rigopiano. Il comitato nato tra i parenti e amici delle vittime e denominato “Rigopiano, in attesa del Fiore“, condivide sui social una nota con la quale, oltre a ringraziare “i procuratori Benigni, Papalia e il procuratore capo Bellelli per il grande lavoro svolto con scrupolosità“, riflettono sulla richiesta di condanna.
“Le toccanti requisitorie dei pubblici ministeri, illustrate in modo preciso e dettagliato, hanno confermato tutto ciò che noi familiari sosteniamo da quasi 6 anni: la tragedia di Rigopiano si poteva e si doveva evitare… sarebbe bastato che, le persone preposte, avessero semplicemente fatto il proprio dovere, niente di più“, scrivono i membri del comitato. Va fatto presente che i procuratori hanno chiesto condanne per un totale di 150 anni.
“Richieste di condanna, a nostro avviso, adeguate e giuste” spiegano amici e parenti “anche se diminuite dal rito abbreviato; richieste di condanna che non ci fanno gioire, perché nessuno di noi chiede vendetta, ma che ci fanno credere nella giustizia; richieste di condanna che, se confermate o rafforzate nella sentenza di primo grado e nei gradi di giudizio successivi, servirebbero a dare pace e dignità ai nostri 29 angeli abbandonati a Rigopiano ad aspettare la morte, privati della loro libertà di scelta, perché intrappolati come topi con l’unica via di fuga bloccata da 3 metri di neve, inascoltati nelle loro disperate richieste di soccorso, prima e dopo la sciagura“.
“Una sentenza di condanna che aiuterebbe noi familiari a ritrovare un po’ di serenità e ad affrontare il nostro ergastolo del dolore nella consapevolezza di aver dato giustizia ai nostri cari.
Una sentenza di condanna che restituirebbe a tutti gli italiani la consapevolezza e l’orgoglio di vivere in un Paese civile, capace di difendere chi subisce un gravissimo danno e di punire chi sbaglia“, concludono i membri di “Rigopiano, in attesa del Fiore”.