Abruzzo – Venerdì scorso le discussioni delle difese degli imputati coinvolti nel processo per la tragedia di Rigopiano hanno avuto termine. I parenti delle vittime, attraverso la pagina “Rigopiano, in attesa del Fiore“, condividono le loro riflessioni e anche la loro amarezza per quanto hanno ascoltato in aula durante gli ultimissimi giorni: “Scontato e prevedibile scaricabarile, l’uno contro l’altro e tutti contro tutti, tirando in ballo chi non è mai stato indagato, come l’operatore dello spartineve, o chi è stato, a nostro avviso ingiustamente, archiviato da tempo“.
Sconcerto per alcune tesi che, evidentemente, i familiari non hanno gradito: “Hanno sostenuto che in hotel nessuno era spaventato, ma tutti erano felici e spensierati e che il giorno prima la strada era pulita e si vedeva l’asfalto (vorremmo capire quali atti hanno letto), hanno affermato che se fosse partita una turbina, non avrebbe comunque fatto in tempo ad arrivare (i nostri angeli chiedevano aiuto dalla mattina, prima e dopo le scosse di terremoto), hanno addirittura detto che i dipendenti sarebbero potuti venire via il giorno prima e gli ospiti potevano evitare di salire, quando ci sono filmati che mostrano le condizioni della strada, hanno, inoltre, messo in dubbio le chiamate di soccorso fatte dai nostri angeli in prefettura“.
“Il diritto alla difesa è legittimo” si legge nella nota diffusa dai parenti delle vittime “ma offendere e ferire coloro che, da 6 anni, giacciono chiusi nelle loro tombe, perché abbandonati lassù ad aspettare la morte, ci ha fatto veramente male e ci ha fatto altrettanto arrabbiare. Comunque andremo avanti nella convinzione che la verità e la giustizia emergeranno, fiduciosi nel lavoro svolto dai PM con un impianto accusatorio, che non potrà essere smantellato dalle false verità, seppur pronunciate con grande capacità oratoria. Raccogliamo le forze e attendiamo le prossime tre udienze di repliche, per poi arrivare ad una giusta sentenza il 23 febbraio. Tutti noi, insieme alll’opinione pubblica speriamo in una conferma delle condanne avanzate dai P.M.“.