Terzo orso trovato senza vita nei boschi del Trentino. LNDC: “C’è il sospetto che qualcuno si stia facendo giustizia da solo”

Il terzo plantigrado trovato senza vita in circostanze da chiarire nel giro di meno di due mesi desta sconcerto e sospetti, visti i proclami della Provincia Autonoma di Trento sulla necessità di “rimuovere” un numero altissimo di orsi. LNDC Animal Protection attende di conoscere le cause della morte e ricorda l’immobilismo della giunta Fugatti che continua a non mettere in campo adeguate azioni di prevenzione per tutelare umani e fauna selvatica.

Nel bosco intorno al Comune di Cavedago, in provincia di Trento, un escursionista ha segnalato alle autorità la presenza di un orso morto. La carcassa del plantigrado è stata recuperata e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie dovrà fare tutti gli accertamenti del caso così come identificare l’animale tramite l’esame del DNA.

Si tratta del terzo esemplare trovato morto nel giro di meno di due mesi per cause ancora da chiarire. Il primo fu M62, uno dei condannati a morte dalle ordinanze emesse da Fugatti, e inizialmente il Corpo Forestale Provinciale di Trento ipotizzò fosse morto per l’attacco di un altro orso. L’autopsia però non ha confermato in pieno questa ipotesi e la Procura ha aperto un’indagine.

Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection: “Siamo ancora in attesa di informazioni chiare sulla morte di M62 e dell’altro orso trovato senza vita a Caldes e ora abbiamo una terza vittima. È ovvio che queste morti siano sospette, dato che sono iniziate subito dopo che Fugatti e la Provincia Autonoma di Trento hanno apertamente dichiarato guerra agli orsi. Il sospetto che qualcuno abbia deciso di farsi ‘giustizia’ da solo è chiaramente molto forte, anche se non si tratterebbe di giustizia ma semplicemente di odio e vendetta verso animali innocenti.

Purtroppo la PAT finora ha sempre spostato l’attenzione sui presunti comportamenti problematici degli orsi, senza però assumersi le proprie responsabilità per non avere saputo gestire la situazione e non aver messo in atto le necessarie misure per prevenire incidenti. Dopo mesi dall’incidente mortale che ha visto coinvolta JJ4, la PAT è ancora ferma e non ha fatto nulla di concreto se non prendersela con gli animali, colpevoli di aver agito secondo la loro natura“.

Fonte: LNDC Animal Protection

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