Stop a botti di Capodanno, il WWF “Salviamo cani e gatti”

Si rinnova l’appello del WWF per cancellare una “tradizione” che porta soltanto danni Botti di fine anno pericolosi per l’uomo e per gli animali selvatici e domestici Rinunciare sarebbe un segno di civiltà e di rispetto per le leggi (sono tanti i Comuni  abruzzesi che hanno emesso ordinanze a tutela dei cittadini e dell’ambiente) e per chi  lavora per fronteggiare le emergenze 

Si avvicina la notte dell’ultimo dell’anno e il WWF Abruzzo, in una nota stampa, rinnova l’appello a tutti di evitare l’uso  dei fuochi pirotecnici. Ormai sono più che conosciuti i rischi e i danni ambientali causati dai  cosiddetti “botti” e il forte disturbo agli animali, ma nonostante questo la notte di San Silvestro  l’utilizzo dei fuochi continua ad essere molto diffuso (con conseguente bollettino di incidenti e  feriti).  

Rinunciare a questo metodo di festeggiare la fine dell’anno rappresenta un gesto di civiltà: il forte  rumore di questi spari costituisce un grave disturbo per tante persone, ma soprattutto per gli  animali domestici e selvatici, tra cui svariate specie di uccelli che a volte restano spaventati a  morte. 

“Molte specie, anche quelle protette, sono estremamente sensibili al disturbo acustico, come  uccelli, volpi, pipistrelli e altri piccoli e grandi mammiferi”, sottolinea Filomena Ricci, delegata WWF  Abruzzo. “Chiunque ha un cane in casa, poi, sa bene il terrore che molti di loro provano per gli  spari che iniziano dal pomeriggio del 31 e hanno il loro culmine alla mezzanotte”.  

Due anni fa fece scalpore la moria di centinaia di storni a Roma, ma ogni anno in Italia muoiono  migliaia di animali a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono selvatici, soprattutto  uccelli, anche rapaci: spaventati, perdono il senso dell’orientamento e fuggono istintivamente  rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità. Altri abbandonano il loro dormitorio  invernale (alberi, siepi o tetti), vagano al buio e non trovando altro rifugio muoiono per il freddo a  causa dell’improvviso dispendio energetico cui sono costretti in una stagione caratterizzata dalla  scarsità di cibo che ne riduce l’autonomia.  

Nei gatti e soprattutto nei cani il “botto” crea stress e spavento tanto da indurli a fuggire: ciò è  dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sensibile di quella umana. Negli  animali d’allevamento come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono  provocare addirittura l’aborto per trauma da spavento.  

Fortunatamente sono sempre di più le città abruzzesi che cercano di contrastare i “botti” di  Capodanno con apposite ordinanze che ne vietano l’uso, ma poi i Comuni non hanno il personale  per effettuare controlli per cui queste ordinanze rimangono solo sulla carta. Varie normative  vietano l’inquinamento acustico in città e nelle aree protette anche per evitare incendi di boschi e  aree verdi, ma anche in questo caso la mancanza di controllo fa sì che queste disposizioni non  producano gli effetti sperati.  

Dovrebbe essere una questione di sensibilità ed educazione ambientale, più che un’imposizione”,  aggiunge Filomena Ricci. “Dovremmo tutti cercare di essere più rispettosi degli altri e del mondo  animale con il quale condividiamo il Pianeta: evitiamo di lanciare fuochi d’artificio, sparare petardi, mortaretti, razzi e altri artifici pirotecnici che spaventano e spesso provocano il ferimento o la  morte di molti animali selvatici e domestici, aumentando peraltro l’inquinamento dell’aria delle  nostre città con ulteriori sostanze chimiche”.

I fuochi d’artificio sono infatti fonte di un grave inquinamento, non solo acustico, ma anche  atmosferico, a causa delle emissioni di particolato fine e di composti altamente pericolosi, tra cui  metalli e perclorato d’ammonio. A seconda della composizione delle polveri, possono essere  immessi nell’aria metalli pesanti ed elementi pericolosi quali antimonio, bario, arsenico e altri con  valori non trascurabili. Il fatto che siano in tanti a far ricorso ai “botti” provoca un importante  peggioramento della qualità dell’aria tanto che la notte di Capodanno si registra quasi ovunque  nelle città un inquinamento, con particolare riferimento alla presenza di polveri sottili, superiore  alle peggiori giornate di traffico veicolare.

I fuochi poi generano anche rifiuti, soprattutto per quelli  detonati in mare: l’alluminio, a contatto con l’acqua salata, può modificarsi e rilasciare sostanze  nocive. Per non parlare della plastica che, ovunque, costituisce un vero pericolo per la biodiversità.  Non utilizzare i botti sarà infine anche un segno di civiltà e sensibilità nei confronti di tutti coloro  che, come vigili del fuoco, medici e infermieri, sono già tanto impegnati – anche in questi giorni di  festa – ad aiutare chi è in difficoltà e che invece ogni fine anno devono intervenire per soccorrere  persone coinvolte in incidenti da fuochi d’artificio.

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