Sindaci del centrodestra contestano la risoluzione approvata al Castello Orsini e presentano un documento alternativo

Avezzano – Venerdì pomeriggio, verso le 19, era terminata l’assemblea dei sindaci della Marsica, riunita per discutere, emendare e approvare, un documento articolato in più punti, volti ad indicare una serie di azioni da fare, per affrontare la crisi della sanità marsicana giunta ormai al collasso.

Il documento era stato approvato da tutti i sindaci del territorio salvo un paio che si erano riservati qualche osservazione, ma il corpo del testo, contenente la richiesta del commissariamento della ASL, era stato sostanzialmente acquisito agli atti.

Passano meno di 24 ore, e già sabato, verso le 18, inizia a circolare un testo diverso, il cui contenuto è stato fatto pervenire alla nostra redazione dal sindaco di Celano, Settimio Santilli. Il testo, firmato da dieci sindaci, critica quella che per loro è un’inaccettabile modalità di discussione, di un documento collegiale fondamentale.

In fondo alla nota si contano i nomi dei sindaci firmatari, ma si lascia intendere che il numero potrebbe aumentare strada facendo. Si tratta di, Settimio Santilli, Celano, Cesidio Lobene, Trasacco, Mirko Zauri, Pescina, Pasqualino di Cristofano, Magliano de Marsi, Antonella Buffone, sindaco di Balsorano, Nazzareno Lucci, sindaco di Massa d’Albe, Simone Angelosante, sindaco di Ovindoli, Sara Cicchinelli, sindaco di Civita d’Antino, Gianluca de Angelis, Lecce nei Marisi, Angelo di Paolo, Canistro.

«È bene chiarire quanto successo ieri nell’assemblea dei sindaci, dove non si doveva firmare una presa d’atto del consiglio comunale di Avezzano, perché tutti gli altri consigli comunali marsicani hanno pari dignità e sovranità, bensì discutere nelle sedi opportune e non davanti alle telecamere e ai social, un documento importante e collegiale dei sindaci marsicani, dove ognuno poteva fare le proprie proposte per integrare o modificare lo stesso documento.» Così inizia la nota inviata alla nostra redazione.

Secondo i firmatari del documento alternativo, si è mancato di rispetto ai cittadini e ai giornalisti, perché non c’è stata una linea univoca e lineare. Vi è stata, a loro dire, una spettacolarizzazione indegna, per ore, di una situazione emergenziale, con rimpallo di accuse e colpe, sull’ospedale di Avezzano.

«Lo stato critico della sanità marsicana è il frutto di una annosa e disattenta politica sanitaria aziendale non certo figlia di quest’ultimo anno. Oggi si è solo raggiunta la punta dell’iceberg di una emergenza decennale. Si risparmi al popolo quantomeno tanta ipocrisia, demagogia e lezioni di morale a destra e a manca. Le azioni proposte dal documento potrebbero essere in gran parte condivisibili ma vanno discusse in maniera sana.»

Il nodo del contendere è la richiesta di commissariamento della ASL, cosa che in questo momento, secondo i firmatari del nuovo documento, andrebbe a determinare un’ulteriore situazione di stallo, proprio nel periodo di massima emergenza. «In questo momento non possiamo permettercelo. Ora è tempo di lavorare e sopperire subito alle mancanze ed alle oggettive carenze palesatesi nella nostra Marsica. Ieri non si era alla ricerca di un like in più, né alcuno aveva il diritto di esprimere il pensiero a nome di un collega Sindaco.»

Per i sindaci dissenzienti dalla linea maturata al Castello Orsini, tutti devono impegnarsi per alleggerire l’ospedale di Avezzano con punti Covid comunali, con supporti psicologici, con disponibilità strutturali e strumentali ai medici di base per eseguire i tamponi e con le USCA.

Inoltre ritengono vada garantito ai cittadini, l’accesso ai servizi sanitari dell’ospedale di Avezzano, per la cura di tutte le patologie più critiche ed impegnative, potenziando ed implementando anche i servizi dei presidi di Pescina e Tagliacozzo.

«Non esistono solo i malati di COVID-19. Ci è sembrata invece una riunione plenaria preconfezionata con la partecipazione di chiunque. Posto come è stato, è un documento calato dall’alto non sottoscrivibile obtorto collo. Bisogna guardarsi in faccia con pari dignità e confrontarsi con molta maturità e responsabilità.»

La nota termina dicendo che va restituita centralità al comitato ristretto dei sindaci come rappresentanza omogenea dell’intero territorio provinciale e della Marsica. A questo organismo si chiede di redigere un piano strategico sanitario per l’intero territorio. Si chiede inoltre che il comitato sia aperto a una più ampia rappresentanza territoriale marsicana.

«Al termine di questa emergenza non saremo di certo clementi con nessuno ed ognuno sarà chiamato a prendersi le proprie responsabilità. Ora non è quel tempo, ora è il tempo di studiare e lavorare in silenzio per la salute pubblica di tutti i nostri concittadini. In conclusione vorremmo formulare un sentito ringraziamento alle donne e gli uomini del personale medico e operatori sanitari impegnati in questa lotta senza confine, a loro il grazie della comunità marsicana.» Questa la chiosa alla fine del documento

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