Avezzano – Diciassette anni or sono, veniva istituita, dal Parlamento e con un’ampissima maggioranza, la Giornata del Ricordo (L. n. 92/2004), al fine di “Conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessiva vicenda del confine orientale”, come ebbe a sottolineare l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Per questo, ogni anno si ricorda, il 10 febbraio, una tragedia prima nazionale e poi europea, perpetratasi nelle terre giuliano – dalmate, provocata dai totalitarismi oppressivi che, a tinte diverse, hanno macchiato la storia del ‘900 europeo.
Vi è un dovere morale nel ricordare quanto accaduto in epoca bellica: le esecuzioni sommarie, le reclusioni in campi di detenzione, gli abissi neri delle foibe, il silenzio che – per vergogna ed ignominia – ha nascosto tali eventi.
In questo quadro, i territori dell’Istria, della Dalmazia e della Venezia – Giulia, già teatri della resistenza al nazifascismo, vissero l’onta e l’onda della violenza sociale, ideologica e poi etnica, ai danni degli italiani – ma anche degli sloveni cattolici e liberali – che, estranei a qualsiasi logica di connivenza col ventennio, vennero perseguitati dai titini.
L’esodo, lo spopolamento, lo sterminio, la sparizione di lingue, dialetti, culture, il tutto causato da atti persecutori: circa 250.000 profughi istriani sperimentarono le privazioni ed il dolore dell’esilio, acuito dal mancato riconoscimento, fino al 2004, dell’atroce ingiustizia subita. E’ compito di una società matura, quale ambiamo ad essere, opporsi oggi ad ogni forma di totalitarismo, tanto rosso quanto nero, sanando ferite per troppo tempo strazianti, assegnando questo compito tanto alle istituzioni quanto alla società civile.
Nel voler adempiere a tale dovere – morale che prima di legge – oggi l’Amministrazione comunale di Avezzano vuole raccogliersi in un abbraccio tanto per ricordare i massacri delle foibe e l’esodo giuliano – dalmata quanto le vittime dell’Olocausto, il cui Giorno della Memoria del 27 gennaio non si è avuto modo di poter ricordare adeguatamente a causa delle tristi ed angosciose vicende dei nostri concittadini dispersi sul monte Velino, che hanno profondamente colpito il cuore e la coscienza della popolazione avezzanese e marsicana tutta, alle cui famiglie ed amici va la più sincera e profonda solidarietà.
L’atrocità con cui tali massacri vennero perpetrati rende ogni distinguo poco utile, poiché in entrambi i casi la volontà di sopraffazione degli uomini sugli altri uomini portò alla generazione di mostruosità. La legge n. 92/2004 nacque dal confronto tra forze politiche contrapposte, in grado però di saper scindere preclusioni ideologico – valoriali dal senso di giustizia, per impedire che una vicenda dolorosa continuasse ad essere motivo di scontro e divisione. E’ segno della maturità collettiva saper affrontare e comprendere la storia a mezzo di un dibattito serio e cosciente, scevro da strumentalizzazioni, in cui la memoria storica, che per lungo tempo ha diviso, sappia diventare elemento di unione.
L’Amministrazione comunale di Avezzano, nel voler ricordare come i valori della libertà e della tutela dei diritti individuali siano principi cardine della società civile, si contrappone a qualsiasi totalitarismo che miri al loro annullamento.