Si è concluso in Ungheria il progetto Erasmus+ “All we need is a new SySTEM”, che ha visto impegnato l’Istituto Ettore Majorana ed altri cinque istituti superiori europei

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Avezzano – Come rendere le discipline STEM più accessibili e facilmente fruibili dai giovani? Questa è stata la domanda intorno alla quale italiani, estoni, finlandesi portoghesi, turchi ed ungheresi hanno imbastito una serie di attività, sviluppate durante le 6 mobilità del progetto.

In questa mobilità magiara gli studenti Nicholas Cherubini, Carola Cuomo, Domenico Felli, Matteo Leonardi e Angelica Piperni, accompagnati dai docenti Maria Antonietta Di Stefano e Guido Pandoli, hanno potuto confrontarsi con i loro coetanei europei: tutti insieme hanno analizzato le diverse strategie di programmazione robotica e riflettuto sulle prospettive che si possono aprire loro al termine di un percorso di studi che integri corsi di robotica alle usuali discipline curricolari.

Attività tecniche ma non solo, perché Erasmus è sempre e comunque un viaggio, oltre che fisico, anche di esperienze e scoperte culturali.
Non sono quindi mancati approfondimenti nella storia, cultura e tradizioni ungheresi: Budapest, Debrecen e Hajdúböszörmény le principali città visitate, oltre a musei tematici e storici.

Termina così un progetto triennale portato avanti con determinazione in un periodo non facile, ma che ha ripagato le decine di studenti e docenti coinvolti con un impagabile arricchimento personale, tecnico e culturale.

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