Avezzano – Si è presentato spontaneamente in Procura, accompagnato dal suo avvocato, l’uomo che potrebbe essere coinvolto nell’omicidio di Mohamed Kaoukeb Raji, il ragazzo di 21 anni ucciso con una fucilata al petto nelle campagne del Lodigiano. Ha circa trent’anni, è di origine marocchina e al momento si trova in stato di fermo: nei suoi confronti è stato disposto un provvedimento da parte della Procura di Lodi, che lo ritiene indiziato di delitto.
Una svolta improvvisa, arrivata a distanza di pochi giorni. Mohamed era scomparso da alcune ore quando il suo corpo è stato ritrovato nel pomeriggio di sabato 29 giugno, in una zona isolata tra Pieve Fissiraga e Villanova del Sillaro, a pochi metri dall’autostrada A1. Era steso tra l’erba alta, parzialmente coperto dalla vegetazione. L’autopsia ha confermato che è stato colpito al torace con un colpo di fucile sparato da distanza ravvicinata.
La notizia della sua morte è arrivata in modo drammatico alla famiglia. La madre, che si trovava all’estero, sarebbe stata avvisata da una persona che le ha detto semplicemente: “Tuo figlio è morto”. La donna ha immediatamente contattato i parenti che vivono in Italia. Uno zio e un cugino, partiti da Avezzano, hanno fatto scattare le ricerche. Dopo aver lanciato l’allarme ai carabinieri, sono stati coinvolti anche agenti della polizia locale. Poche ore dopo, il corpo senza vita di Mohamed è stato trovato in mezzo ai campi.

L’avvocato Mario Del Pretaro, difensore della famiglia
Il giovane aveva vissuto a lungo ad Avezzano. Negli ultimi tempi, però, si era spostato nel nord Italia, tra Novara e Varese. Non aveva una residenza stabile e, secondo quanto emerso dalle indagini, aveva alcuni precedenti legati alla droga. La zona in cui è stato rinvenuto il corpo è conosciuta come punto di spaccio ed è anche per questo che una delle ipotesi principali è sempre stata quella di un regolamento di conti legato al traffico di stupefacenti.
Le indagini, coordinate dalla pm Martina Parisi della Procura di Lodi, si sono concentrate fin da subito su questo scenario. Gli inquirenti hanno raccolto testimonianze, analizzato i filmati di videosorveglianza, eseguito rilievi nei campi e disposto accertamenti scientifici. E poi, finalmente, un passo decisivo: un uomo si è costituito.
Il fermo è stato eseguito nella serata di ieri e l’uomo è già stato trasferito in carcere. Nelle prossime ore si terrà l’interrogatorio di convalida. Gli investigatori stanno ancora cercando l’arma del delitto, che non è stata ritrovata, e continuano a scandagliare la zona alla ricerca di nuovi elementi. La famiglia della vittima è assistita dall’avvocato Mario Del Pretaro.