Sanità nell’Alto Sangro la CGIL L’Aquila: “Carenza del medico dell’emergenza e servizio del 118 solo per metà luglio”                                  

La CGIL L’Aquila denuncia la mancanza di guardia medica nell’Alto Sangro durante l’estate, “Per il mese di luglio, la presenza del medico del 118 è garantita solo fino al 15, lasciando la popolazione senza assistenza dal 16 in poi, costretta a recarsi in Valle Peligna o nell’Alto Molise per le emergenze”.

Di seguito il comunicato stampa a firma del Il Segretario CGIL L’Aquila Francesco Marrelli, del Comitato cittadini e territorio Ponte del Giovenco Silvano Di Pirro e dell’Osservatorio Sanità in Alto Sangro Erminio Colantoni.

“Di nuovo, ed in piena stagione estiva, mancano medici per l’emergenza/urgenza e per le guardie mediche in Alto Sangro. Ciò, nonostante le rassicurazioni e gli impegni presi (puntualmente disattesi).
Ancora una volta, quindi, cittadine e cittadine, turiste e turisti, si trovano deprivati dei servizi sanitari essenziali, con sentimenti diffusi di sconcerto, rabbia e precarietà.
Quando, invece, l’Alto Sangro è un territorio che, come rimarcato più volte, avrebbe bisogno di altre attenzioni e di capacità programmatorie legate proprio ai bisogni sanitari, anziché alla riduzione della spesa e al pareggio di bilancio o, ancora peggio, al recupero di passività prodotte dagli stessi amministratori che governano la sanità pubblica nella nostra Provincia.

Invero, come ormai accade da troppo tempo, un’intera comunità viene mortificata dall’incapacità di trovare soluzioni adeguate. Infatti, per il corrente mese di luglio, sarà garantita la presenza del medico del 118 unicamente per metà mese, lasciando scoperti i turni del periodo restante. 
Ciò, senza contare che, per la guardia medica, si procederà, peraltro, a singhiozzo. 
Considerato, poi, che ci troviamo nel periodo estivo, di massima affluenza turistica, a conferma della vocazione del territorio in tal senso, va detto che questa situazione è insostenibile.

Tanto più se si considera, in via ulteriore, che ci troviamo in tali circostanze a circa tre anni di distanza dalle prime denunce pubbliche, manifestazioni e raccolte firme, che hanno visto una straordinaria partecipazione degli abitanti dei Comuni del Parco nazionale, e cioè di donne e uomini capaci ancora di indignarsi e di reagire davanti alle ingiustizie subite. Sentimenti e capacità, questi ultimi, che evidentemente non appartengono a questa Direzione Strategica della ASL, che, per l’ennesima volta, dimostra una distanza siderale ed una grande indifferenza rispetto ai problemi del nostro territorio. 
Continueremo, quindi, la nostra lotta nelle piazze e dinanzi alle istituzioni.  
Al contempo, valuteremo la possibilità di attivare azioni legali a difesa di cittadine e cittadine che hanno diritto, come tutte e tutti, indipendentemente dal luogo di nascita e/o di residenza, ad accedere liberamente e gratuitamente alle cure, in ordine a quanto stabilito dalla nostra Carta Costituzionale”.

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