Borgorose – Se non proprio quella decisiva, può essere questa la settimana che imprime una svolta nel caso della morte di Mariangela Mancini, la 33enne di Spedino di Borgorose, scomparsa il 12 maggio scorso e ritrovata senza vita nei boschi della frazione di Spedino, ventiquattrore dopo. Come scrive Il Messaggero, da Roma si attendono con ansia i risultati delle analisi delegate al Reparto investigativo speciale dei carabinieri di Roma.
Riscontri di laboratorio sugli indumenti che indossava la giovane al momento del ritrovamento e sui reperti rinvenuti accanto al corpo di Mariangela – brandelli di una busta di plastica verde, una bottiglietta con acido muriatico – che potranno fornire una risposta forse decisiva sul caso. Al contempo, gli investigatori della procura stanno ulteriormente esaminando gli elementi in loro possesso. Procura che, ricordiamo, mercoledì scorso, con il capo Giuseppe Saieva, ha ribadito ancora una volta come ci si trovi di fronte a un omicidio.
«Qualcuno continua a prospettare la possibilità che la giovane possa aver posto fine alla propria esistenza con mezzi chimici o meccanici, assolutamente incompatibili sulla base delle risultanze autoptiche con la tesi del suicidio per ingestione di sostanza caustica o autostrangolamento. Tali ipotesi, da chiunque formulate, appaiono un maldestro tentativo di distogliere l’attenzione degli inquirenti dall’attività in corso». In Procura, ricordiamo, è aperto un fascicolo per omicidio, anche se al momento si procede contro ignoti.
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