Dopo oltre 70 ore di ricerche ininterrotte e più di 50 dall’individuazione dei corpi, si sono concluse le operazioni di recupero delle salme dei due Vigili del Fuoco, Nico Civitella ed Emanuele Capone, dispersi nei giorni scorsi sulla Maiella. I due operatori erano impegnati in un’attività di servizio in un’area impervia del massiccio quando, per cause in corso di accertamento, hanno perso la vita.
Come si legge nel comunicato dell’amministrazione comunale di Pennapiedimonte, il recupero è stato effettuato grazie all’intervento coordinato di numerose squadre specializzate del Soccorso Alpino e Speleologico e dei Vigili del Fuoco, provenienti sia dall’Abruzzo sia da altre regioni italiane. Le salme sono state trasferite all’obitorio dell’Ospedale Civile di Chieti.
Durante le operazioni, la comunità ha potuto assistere a una straordinaria mobilitazione di forze e volontari, uniti da un profondo senso del dovere e di solidarietà. La sindaca di Pennapiedimonte, Rosalina Di Giorgio, ha espresso il proprio ringraziamento alla Prefettura di Chieti per il coordinamento dei soccorsi e a tutte le componenti della Task Force intervenute. Ha inoltre voluto rivolgere parole di gratitudine alle forze dell’ordine, alla Protezione Civile, alla Croce Rossa e alle associazioni del territorio, che – come si legge nella nota – “non hanno risparmiato energie” per affrontare l’emergenza.
Un riconoscimento particolare è stato rivolto anche ai sindaci dei comuni vicini, che hanno rappresentato il legame solidale tra le comunità montane. “Pennapiedimonte non avrebbe mai pensato di trovarsi a vivere una simile tragedia – ha sottolineato la prima cittadina – ma ha trovato la forza di reagire grazie alla solidarietà e al coraggio di tutti”.
Il pensiero finale, nel comunicato, è stato rivolto alle famiglie delle vittime e ai colleghi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ai quali è stato espresso il cordoglio dell’intera comunità. In un momento segnato dal dolore, Pennapiedimonte ha mostrato “resilienza e spirito di collaborazione”, riscoprendo – si legge in chiusura – una solidarietà radicata nel proprio territorio.
