Luco dei Marsi – Maria Assunta Oddi compie una profonda riflessione sul senso del Natale e, soprattutto, sul ruolo che la poesia possa avere in un tempo complicato e doloroso come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia. Con i suoi versi, dunque, la poetessa marsicana vuole augurare a tutti noi dei “giorni ricchi di poesia“. Queste le sue parole:
Marco Ballarini nella prefazione al libro “Amare” di David Maria Turoldo in una chiosa sulla parola poetica afferma:” Per capire i tempi, bisogna ascoltare prima, o insieme alla teologia, cosa dicono i poeti. Sono loro le antenne tese sul mondo, in grado di percepire soprattutto quando il mondo patisca… Anche un solo verso può essere fessura sull’infinito”.
In tal senso la poesia, come dispensatrice di speranza, nel tempo “sospeso” dei nostri giorni, attraversa il cuore per portare alla luce ciò che conta veramente nella vita. Il mistero eterno del Natale ribalta la fragilità della condizione umana oppressa dal male e dal dolore per condurci alla poesia del Vangelo. La nascita di Gesù di Nazareth in una grotta tocca l’animo di tutti e di ognuno per farci sentire fratelli in ogni momento storico e in ogni luogo.
Al di là delle tradizioni e delle consuetudini, spesso legate al consumismo economico, il dono rappresenta una vicinanza emotiva e spirituale. L’evento liturgico più importante del Cristianesimo è un canto corale che dà voce agli sconfitti e agli emarginati nell’orizzonte esistenziale privo di socialità, tramite una poesia nuova perché rinnovata nell’amore. Pertanto la poesia, come metafora dell’esistere nell’effimero anelando l’eterno, riguarda tutti noi. Essa è come scrisse Roberto Piumini “Una candela che col sole ha danzato”.
Solo le parole dei bambini e dei veri poeti costruiscono i versi più belli nel desiderio di capire e di farsi capire facendo della verità abbraccio solidale di amici. A voi tutti, nella silenziosa mestizia del Natale 2020, auguro giorni ricchi di poesia con questo componimento.
Il mio presepe.
Dentro il camino spento
Dove a volte nel silenzio della notte
Il vento soffiare sento
Vorrei costruire il mio presepe.
Con la farina bianca
Dietro una siepe di cenere
Farei la neve;
Con la carta d’argento
Un fiume che corre lento;
Con i ramoscelli di pino
Alberi tra il cielo turchino;
Con la paglia gialla
In una vecchia stalla
Una calda mangiatoia
Dove posare un bimbo che sorride
E la notte di Natale benedice.
Maria Assunta Oddi