Pronto soccorso di Avezzano, file anche da 12 ore. Gli utenti: “Personale al minimo, situazione inaccettabile”

Avezzano. Sono circa le dieci del mattino. Il pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano è pieno di gente. Dodici posti sono tutti pieni. In nottata sono stati pieni anche tutti i posti dell’Osservazione breve intensiva.

Dentro c’è un’anziana di 95 anni di Luco dei Marsi. È arrivata con i suoi parenti ieri, intorno alle 18.30. “Non ci dicono cosa ha”, ci spiega la figlia che è seduta nella sala d’attesa. Ha 95 anni e dentro il pronto soccorso non può mangiare, non può bere. È una situazione insostenibile. Siamo stati qui tutta la notte. C’è stato un via vai di gente. Feriti più o meno gravi”.

“Io sono qui per mia madre”, dice un altro utente che arriva da Paterno. Il pronto soccorso sta messo davvero male. Qui ci sono decine di persone e gli infermieri non hanno a sufficienza termometri, deambulatori, le carrozzelle non hanno il posto per alzare i piedi e alcune hanno le ruote vuote. Non ci sono posti letti. Ci sono persone parcheggiate per i corridoi per mancanza di posti. I medici, gli infermieri, sono bravi, per carità. È che sono troppo pochi”.

Mentre in sala d’aspetto ci sono le persone in fila da ore (alcune da tantissime ore) arriva una mamma con un bimbo piccolo. Entra dentro quasi subito. Qualcun’altro si scoraggia e va via. I tempi continuano ad allungarsi. Un uomo seduto in attesa per un parente dice: “I soldi dovrebbero andare non ai dirigenti che hanno già compensi esorbitanti. Dovrebbero andare ai medici, agli infermieri. Questo ospedale raccoglie un bacino d’utenza immenso, come si fa a lavorare così? Io a mia moglie dico sempre: ‘Se mi accade qualcosa non chiamare l’ambulanza e non portarmi in pronto soccorso, meglio che muoio a casa’”.

Intanto dentro le sale del pronto soccorso i pazienti sono sui lettini. Ci sono anziani, ragazzi, anche gravi, arrivati nella notte dopo incidenti. Il primario facente funzioni da oggi è in ferie. I due medici spesso vengono chiamati ai reparti.

La gente in sala d’attesa continua ad aspettare.

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