Avezzano. “L’anatra zoppa è figlia di un emendamento alla legge elettorale proposto dalla sinistra italiana che riflette un atteggiamento ideologico perverso e ingiusto”. Crescenzo Presutti, candidato al prossimo consiglio comunale di Avezzano, commenta su Facebook la possibilità che il neo eletto sindaco di Avezzano, Gabriele De Angelis non abbia la maggioranza in consiglio.
Il tutto parte dal principio ormai noto come “Anatra zoppa” che ad Avezzano si è venuto a creare per il fatto che, al primo turno, le liste che hanno appoggiato il sindaco uscente Gianni Di Pangrazio hanno superato il 51% delle preferenze e per questo, di regola, a loro vanno maggiori seggi.
E quindi, mentre De Angelis ha già dichiarato che eventualmente è anche pronto a dimettersi, qualora non venga scelto un altro principio, quello della governabilità, che “regalerebbe” almeno due seggi alla sua compagine in modo da ottenere la maggioranza delle poltrone in consiglio -principio sancito da una sentenza del Consiglio di Stato applicato già per un caso analogo in un altro Comune d’Italia, Presutti punta il dito sull’ex sindaco Di Pangrazio, dicendo:
“Peraltro la ratio (incomprensibile) della legge non può certo finire con il sovvertire gli esiti delle elezioni (elezione diretta del Sindaco) e quindi porsi in contrasto con la volontà popolare. Le leggi, scriveva Carnelutti, sono fatte da uomini che non hanno imparato a farle e questa ne è una ulteriore riprova. Nel caso di Avezzano poi la colpa della eventuale ingovernabilità sarebbe di una sola persona, cioè del sindaco uscente che pur di rimanere al potere ha candidato 250 persone trasformando la città in una polveriera. Un Sindaco uscito sonoramente sconfitto dalle urne e quindi bocciato dal popolo che non lo ha voluto votare né al primo né, soprattutto, al secondo turno. Lo stesso Sindaco che oggi pretende dai propri consiglieri la fedeltà impedendo (giustamente) il cambio di casacca (sebbene tra questi vi siano molti esperti saltimbanco). La colpa dell’ingovernabilità (mi auguro solo eventuale) sarebbe solo del sindaco uscente (e dei suoi candidati incapaci di farlo votare) perché il popolo non lo voleva e non lo vuole. Si prenda atto dell’esito del voto e della volontà del popolo sovrano che desidera che la Città venga governata da una parte diversa da quella che finora ha malamente governato. Il voto alla rovescia (di cui scrivevo qualche tempo fa) ha comportato questa assurda conseguenza. Votare il cugino, il fratello, l’amico, l’amante etc anche quando costoro hanno scelto di stare dalla parte sbagliata è un errore. Sempre. La prossima volta che un vostro amico vi chiede il voto per un Sindaco che non vi piace sappiate dire di no. A costo di creargli un dispiacere. Perché la politica non deve ridursi ad una prova di riconoscenza verso gli amici o parenti”.