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Presentato il libro AVEZZANO, un’opera collettiva sulla città che mette insieme le sensibilità di più autori

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La monografia, promossa dalla Fondazione Irti, racconta la città offrendo diversi piani di lettura e uno spaccato della società che cambia e si rinnova continuamente. Una città più volte messa in ginocchio dalle avversità ma sempre capace di rialzarsi.    

Avezzano – Presentata sabato, presso il Teatro dei Marsi, ad Avezzano, una monografia sulla città, da cui il titolo, Avezzano. Un’opera collettiva che mette insieme le sensibilità di più autori, ben dodici, ognuno dei quali ha raccontato, nell’ambito dei vari capitoli che compongono le quattro sezioni in cui è suddivisa l’opera, uno spaccato specifico della città fucense.

Avezzano, oggi centro nevralgico delle attività dell’intero comprensorio marsicano, ha una sua peculiarità: è nata come città, nel 1862, dopo il prosciugamento del lago del Fucino. Ciò quanto scrive, nella seconda di copertina del volume, Giampiero Nicoli, avvocato, già docente ordinario di filosofia e storia, che ne ha curato la realizzazione.      

Il libro, promosso dalla “Fondazione Nicola Irti per le opere di carità e cultura”, vede la prefazione di Natalino Irti, professore emerito dell’Università di Roma La Sapienza e socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, è edito da Radici Edizioni, casa editrice marsicana con sede legale a Capistrello.

Si tratta di un voluminoso saggio che, alla passione con la quale gli autori si rivolgono al lettore, unisce il rigore della ricerca storica, fatta di dati, di testimonianze e riscontri fattuali che definiscono i contorni dei luoghi, di una comune memoria e delle radici mai recise, nonostante il terremoto del 1915 che rase al suolo la città. Un evento devastante dal quale Avezzano si rialzò, tornado a vivere per la seconda volta.   

Davanti a una nutrita platea, attenta e curiosa, ognuno degli autori ha illustrato il capitolo che ha curato. Il libro è suddiviso in quattro sezioni, compendi di altrettante macro-aree sviluppate per capitoli. Dopo una nota introduttiva di Giampiero Nicoli, che fa un breve excursus storico della città, si entra nel vivo con la prima sezione dedicata all’architettura e all’urbanistica.

Due i capitoli della prima sezione: nel primo, curato dall’architetto Patrizia Montuori, si descrive la graduale trasformazione dell’abitato, da piccolo borgo di pescatori a fiorente centro agricolo dopo il prosciugamento del lago. La Montuori, offre anche un ampia disamina sul piano di ricostruzione post terremoto del 1915, che trasforma Avezzano, proiettandola verso la modernità.

Il secondo, di Umberto Irti, avvocato e già presidente dell’Archeoclub di Avezzano, è dedicato ai campi di prigionia fra le due guerre mondiali. La seconda sezione, attraverso quattro capitoli, indaga sugli aspetti socio economici e politici della città. Nel primo capitolo, Stefano Bozzi, professore ordinario di finanza aziendale presso la facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ripercorre la storia economica di Avezzano, a partire dai primi anni del novecento, giungendo fino ai giorni nostri.

In questo arco temporale viene raccontata la trasformazione del territorio che scopre la sua vocazione agricola e gli investimenti destinati al settore, ma anche il periodo delle lotte contadine e le occupazioni degli anni cinquanta, per arrivare agli anni settanta e ottanta, con la creazione del Nucleo industriale e l’arrivo delle multinazionali.

Temi questi che vengono ripresi nel secondo capitolo, realizzato da Sergio Natalia, avezzanese di adozione, laureato in Scienze politiche. Poliedrica persona che spazia dall’insegnamento universitario alla ricerca storica. Esperto di marketing territoriale, si occupa di politiche di coesione e finanza agevolata. L’evocativo titolo del suo capitolo: Dallo zucchero ai semiconduttori, offre al lettore il significato profondo dell’enormità del salto culturale che ha visto Avezzano al centro di trasformazioni epocali mai terminate e tutt’ora in corso.   

Il terzo capitolo, realizzato dall’avvocato Giovanni Marcangeli, professionista ma anche uomo della politica, introduce al tema dell’amministrazione della giustizia, più propriamente, si parla del tribunale di Avezzano e delle annose traversie che lo vedono da anni al centro di attenzioni che in nome di una presunta razionalizzazione dei costi, vorrebbero decretarne la chiusura. Il quarto capitolo della seconda sezione è dedicato alle scuole e alle biblioteche.

Redatto da Ludovico Ercole, una laurea in giurisprudenza e una in filosofia del diritto, una cattedra di giustizia predittiva presso l’Università Luiss Guido Carli. Ercole, racconta dei luoghi della cultura come fucine della formazione, sia delle generazioni che hanno avuto l’onere della ricostruzione dopo il terremoto, che di quelle future che ne custodiranno la memoria.     

La terza sezione riguarda lo sport, la produzione culturale, in tutte le sue forme, e la comunicazione, sei capitoli in tutto. Notevole il contributo di Marcello Guido Lucci, nel primo capitolo. Esperto di arti visive, Lucci è un medico prestato alla critica artistica. Ha contribuito a stilare il piano propedeutico all’istituzione della Pinacoteca civica di Arte Moderna di Avezzano.

Nel secondo capitolo si parla di teatro e musica, e lo fa con la consueta passione, Federico Falcone, giornalista e scrittore, fondatore del magazine, The Walk of Fame, quotidiano di approfondimento culturale. Falcone rievoca gli antichi fasti di un’intensa attività culturale che sul finire dell’ottocento poteva vantare la presenza di un teatro stabile ad Avezzano, nell’ormai scomparso palazzo Ruggeri.  

Nel terzo capitolo, curato da Giampiero Nicoli e Antonella Valente, anche lei fra i fondatori del magazine, The Walk of Fame, avvocato e giornalista, viene proposta un’ampia panoramica di scrittori Avezzanesi e delle loro opere, a partire dai primi anni del ‘900 fino ai nostri giorni. Il quarto capitolo, realizzato da Umberto Irti, è dedicato all’archeologia. Il quinto capitolo pone l’attenzione sulla comunicazione.

Stefano Pallotta, presidente dell’ordine dei giornalisti d’Abruzzo, ne cura la stesura declinando il senso del giornalismo come strumento di promozione culturale ma anche come forma di testimonianza dei fatti che si fanno storia, e che, a distanza di tempo, aiutano a decodificare il passato quale patrimonio e bagaglio necessario per interpretare e capire il futuro.

Il sesto capitolo riguarda lo sport e la pratica delle discipline sportive in città, nel corso tempo. Dal pugilato all’hockey su prato, passando per il rugby, le arti marziali e l’atletica, i così detti sport minori, vantano grandi tradizioni ad Avezzano, accanto agli sporti più popolari come il ciclismo e il calcio, questo racconta Domenico Paris, scrittore e giornalista, nell’ultimo capitolo della terza sezione.

La quarta e ultima sezione, è un capitolo unico che Giovanni Marcangeli dedica alla sanità, nella sua veste di ex Presidente del comitato di gestione, negli anni ’80, dell’allora ULSS. Furono gli anni in cui venne costruito quello che è tutt’ora l’attuale ospedale di Avezzano. Oggi, il San Filippo e Nicola, serve un comprensorio di circa 140.000 residenti, ma già da tempo, si avverte l’esigenza di una struttura più moderna.

Probabilmente non poteva esserci miglior tempismo nell’uscita di questo libro. Il ricorrente dibattito pubblico sul presunto declino della città, troverà senza alcun dubbio moltissimi spunti di riflessione in quest’opera polifonica, dove diverse voci portano all’attenzione dell’opinione pubblica, la storia di una comunità forgiata dal rigore della natura che nella memoria può forse ritrovare la sua grandezza.

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Alfio Di Battista

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